Omicidio del piccolo Gabriel Feroleto, depositate le prime 60 pagine della relazione dei militari del Ris sulle analisi eseguite sugli abiti sequestrati. Si tratta dei vestiti dei genitori, Nicola e Donatella entrambi in carcere con l'accusa di omicidio volontario aggravato e di quelli della piccola vittima. Non solo. Sotto la lente, secondo le prime indiscrezioni trapelate, anche il calzino trovato nel "campo dell'orrore", ovvero quello dove secondo la procura Gabriel sarebbe stato ucciso perché piangeva, per aver impedito (si è detto) un rapporto intimo tra i due.

Si tratta di una prima parte del lavoro mastodontico della procura, coordinato dalla dottoressa a Maisto: a fare da contraltare a quanto isolato sui vestiti saranno le prove richieste sul terreno (sia quello davanti all'abitazione di Gabriel, sia del campo di Nicola) e sulle auto scandagliate col luminol per trovare fili d'erba, tracce visibili o invisibili: un elemento che andrebbe a indicare la presenza o l'assenza di Nicola proprio nel "campo dell'orrore". Novanta i giorni richiesti per i risultati di queste prove e per le tracce isolate sempre sulle auto. Di rilievo, inoltre, l'esito dell'autopsia sul corpo di Gabriel: in base alle prime indiscrezioni, il bambino sarebbe morto a causa di un'asfissia provocata da un oggetto flessibile, presumibilmente una mano. Ma la relazione è complessa, e per comporre il quadro mancano ancora molti tasselli.

La procura, però che non si ferma neppure a Ferragosto vuole andare a passo spedito verso la verità sulla morte del piccolo. E sta vagliando ogni singolo elemento: troppo contraddittorie le dichiarazioni rese dai due genitori, accuse reciproche e tesi poi risultate non veritiere. Intanto il focus, al momento, è sugli abiti e sugli oggetti di vittima e indagati: jeans e scarpe di Nicola; maglie, calze e pantaloni di Donatella; fazzoletti, campioni di sangue dei genitori, medicine, il body della vittima e altro ancora.

Secondo le prime indiscrezioni, sembrerebbe che sia stato analizzato anche quel calzino rinvenuto nel campo in zona Volla e con cui, per l'accusa, Nicola avrebbe ucciso il piccolo. Dai primi elementi emersi non ci sarebbero tracce di rilievo sui vestiti del padre né sul calzino misterioso. Per la difesa dell'uomo, rappresentato dall'avvocato D'Anna, sarebbero questi gli elementi chiave in favore di Nicola ma bisogna attendere l'ufficialità dei risultati. E il quadro completo. A rappresentare il padre, insieme a D'Anna, la criminologa Bruzzone. In difesa di Donatella, gli avvocati Prospero, Cucchi e il criminologo Lavorino.