In meno di cinque anni ha subìto dodici tra furti consumati e tentati. I danni sono tanti e ora è pronto a dire basta. L'altra notte, per due volte, un ignoto ha tentato di sfondare la vetrina della pasticceria Dolcemascolo a Madonna della Neve. Due le porte rotte che, ieri, sono state riparate. A questo punto le intrusioni sono troppe, tanto che Simone Dolcemascolo arriva a riflettere sul futuro, ipotizzando di lasciare Frosinone per qualche posto più tranquillo. Intanto la sezione volanti della questura, grazie ai video, ha identificato l'autore, un giovane frusinate che sarà denunciato. «Viviamo un clima di estrema tensione –dice Dolcemascolo – La notte non dormiamo più. Siamo sempre con la preoccupazione che possa accadere di nuovo. L'ultimo furto c'è stato un paio di mesi fa».
Il tentativo di mercoledì notte viene definito «strano». L'attività commerciale, infatti, ha chiuso i battenti alle 22.40. Venti minuti dopo è scattato il primo allarme. «Siamo arrivati sul posto con la Metropol e la polizia e abbiamo trovato una porta rotta», ricostruisce l'accaduto Simone. Che continua: «Non c'era più nessuno, ma non ho fatto in tempo a tornare a casa che l'allarme è scattato di nuovo. Ciò dimostra arroganza». L'autore, evidentemente, si è nascosto nei dintorni e, una volta tornata la tranquillità, ha ritentato, senza riuscire a entrare. «Frosinone è una città sicura, ci sono le telecamere - prosegue Dolcemascolo -. Però il 7 di agosto, in piena città, uno si deve sentire violato in casa propria. Non è giusto».
Da qui lo sfogo con l'idea di lasciare Frosinone e trasferirsi altrove. «Vista l'appetibilità che abbiamo fuori, sto pensando di andare continua in un'altra città dove sarei più tutelato e avrei meno oneri e più onori. Noi qui abbiamo quaranta collaborazioni con aziende locali. Organizzeremo un'esposizione a Roma per presentare una linea di pasticceria salutistica.
Ogni volta che usciamo da Frosinone ci portiamo dietro il nostro territorio. E poi a casa nostra ci vengono a rubare. Noi abbiamo dietro venticinque persone che abbiamo formato e cerchiamo di tutelare. Nessuno dell'amministrazione ci ha chiamato, chiamano solo quando finiamo sul Gambero rosso. Diciamo che questo è un momento di riflessione. Da quando abbiamo ristrutturato, a novembre del 2014, è la dodicesima volta che succede. Il punto è che anche se non entrano, c'è il danno. Ormai la Termovetro è di casa, conoscono già le misure».