Sfiorano quota 500 e sono presenti in tutta la provincia. Sono i beni confiscati alla criminalità organizzata. Di questi per 372 si è giunti alla confisca definitiva. A fare il quadro della situazione in Ciociaria dei beni sottratti ai clan è la prefettura di Frosinone. Da un lato si evidenziano gli sforzi compiuti per un riutilizzo da parte della collettività dei beni, dall'altro anche le difficoltà che questa gestione, a volte, comporta, soprattutto da un punto di vista economico. Dei 448 beni confiscati (al 15 luglio scorso) finiti nel sistema dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc), 244 sono immobili, quindi 130 finanziari, 36 veicoli registrati, 25 aziende, 13 mobili.

Dunque, più di un bene sequestrato su due (il 54%) è rappresentato da immobili. Di questi 202 (più tre bloccati) sono sottoposti a confisca definitiva e 92 risultano assegnati. Il centro con il maggior numero di beni immobili con confisca definitiva è Cassino con 52, di cui 46 assegnati. A seguire Sora che ne ha 32, ma una sola unità immobiliare è assegnata, Castrocielo con 22, ma nessuno assegnato. Quindi, a seguire c'è Frosinone con 27 immobili confiscati, di cui 15 definitivamente e nessuno assegnato. Sant'Elia Fiumerapido ha, invece, assegnati tutti e 13 i beni confiscati. Stesso discorso per Amaseno, che ne ha 9. Ad Anagni confisca definitiva per otto unità immobiliari su nove, ma nessuna è stata assegnata.

Sono sette le confische definitive con nessuna assegnazione a Monte San Giovanni Campano e Piedimonte San Germano.
A seguire gli altri paesi: Piglio 6, Acuto, Castro dei Volsci, Guarcino, Fiuggi (che però ne ha 18 confiscati e tre assegnati) e Villa Santa Lucia 5, Alatri 4, Arce (con procedure bloccate) e Campoli Appennino 2. Infine hanno un solo bene confiscato Arpino, Cervaro, Ferentino (di cinque), Pontecorvo (con procedura bloccata), Roccasecca, Sgurgola e Torre Cajetani.
A livello percentuale informa la prefettura è Cassino con il 21% il comune con più immobili confiscati, seguito da Sora con il 13%, Frosinone con l'11%, Castrocielo con il 9%, Fiuggi con il 7% e Sant'Elia Fumerapido con il 5%.

La maggior parte dei beni in questione è data da terreni agricoli (38%), poi negozi(14%), appartamenti in condominio (9%), abitazioni indipendenti (7%) e terreni edificabili (5%). C'è poi un 8% di terreni non definiti. Di solito i beni sottratti ai clan sono in discrete condizioni (110 gli immobili), altri sono in buono stato di manutenzione (31), ma non mancano quelli inagibili (10) o in mediocri condizioni (17). C'è da segnalare, però, che per 69 immobili non è stata rilevata la condizioni in cui si trovano. Sul fronte dell'inter amministrativo in gestione sono 110 beni, 92 sono stati destinati, 26 sono in conferenza di servizi e 16 sono fuori gestione. La prefettura ricorda che il percorso che porta alla confisca nasce da «una serie di approfondite indagini patrimoniali, che poggiano sul principio della spoporzione tra il reddito dichiarato» e il «uso tenore di vita».