La difesa del sindaco Giuseppe Morini da parte del suo partito, il Pd, e della maggioranza consiliare non convince. Una semplice quanto scontata difesa d'ufficio, è il commento ricorrente, che non spiega e non risolve alcunché. Tanto più che la stessa coalizione ammette che il «momento politico ed amministrativo, nonostante tutti gli sforzi messi in campo, non è dei migliori per la nostra città».

L'inchiesta che vede indagato il sindaco per la vicenda dei condoni edilizi (le accuse sono abuso d'ufficio, falsità ideologica, false attestazioni e asseverazioni in materia di segnalazione di inizio attività nel settore urbanistico) insieme all'ex dirigente del settore Paolo Cestra, al tecnico comunale Mirko Persichilli, a sette professionisti e ad altrettanti proprietari di immobili irregolari, fa trasalire anche la Lega. Sebbene con toni diversi. Sul piano giudiziario il consigliere comunale in quota al partito di Matteo Salvini, Roberto Addesse, è cauto: «Si tratta della conclusione delle indagini preliminari ricorda Sono da sempre garantista e attendo che i destinatari delle indagini possano essere sentiti per dimostrare l'eventuale loro estraneità alle accuse. Certamente si tratta di una brutta pagina che getta fango sulla già precaria condizione della nostra città».

L'esponente del Carroccio Giuseppe Pizzuti punta il dito sull'aspetto politico della vicenda. «Di chi sono le responsabilità? - chiede -. Non commentiamo gli eventuali risvolti giudiziari dell'indagine che ha coinvolto il sindaco, sarà la magistratura a occuparsene, ma non possiamo esimerci dal denunciare il "teatrino dell'assurdo" a cui assistiamo, con un sindaco che continua a svolgere in città la sua attività privata di professionista. Come può tutelare la collettività e al contempo i suoi clienti? E per anni il Pd ha continuato a tollerare questa situazione di conflitto d'interesse facendo finta di non vedere. Una responsabilità politica e morale alla quale non potrà sottrarsi».