Gli incendi nell'artea dell'ex Polveriera mettono a rischio la proposta della Cartesio University Campus Master Plan. Le fiamme divampate l'altro ieri all'interno del perimetro della estesa superficie che fu di proprietà del Demanio militare (187 ettari comprese importanti cubature), probabilmente un episodio dovuto a dolo come capita puntualmente in questo periodo dell'anno, hanno fatto accapponare la pelle a quanti, nel riserbo più assoluto, stanno lavorando attorno a un progetto ambizioso che potrebbe avere un impatto epocale sul territorio della città dei papi.

Sul sito internet della Cartesio, infatti, appaiono le immagini di un progetto studiato appositamente per l'area in questione. Dalla zona sportiva alla residenza per gli studenti, dal centro viaggi al cinema multisale, dalla zona universitaria al campo da golf e relativo club house, dagli hotel ai parcheggi, dal centro congressi alla zona accademica, dalla biblioteca al centro di culto, fino alla città delle Muse.

La proposta, non sappiamo se già al vaglio dell'amministrazione comunale, potrebbe ricevere il plauso dei cittadini se illustrata in maniera adeguata e soprattutto se rispondente ai bisogni di una comunità che cerca disperatamente una via d'uscita dalla crisi del comparto industriale. La vicinanza con la stazione ferroviaria e con il casello autostradale nonché con le arterie che collegano la campagna romana e i monti ciociari, fanno dell'ex Polveriera qualcosa di unico. La politica dovrebbe riunirsi attorno a un tavolo e, con le migliori menti a disposizione, ragionare e riflettere sul da farsi. Il rischio di lasciare spazio ai dilettanti naturalmente esiste, e ad evitare ingerenze negative dovrebbero lavorare fin da subito il sindaco Daniele Natalia e il suo vice, sostenuti dai collaboratori tecnici.

L'incendio dei giorni scorsi, e gli analoghi episodi precedenti potrebbero nuocere all'iter procedurale del progetto e andrebbero adottate misure di salvaguardia per evitare il ripetersi di quanto accaduto. I prati da pascolo, che qualcuno sostiene inibiti allo sfruttamento per possibile inquinamento, dovrebbero essere analizzati sotto la supervisione degli esperti dei carabinieri forestali e, nel caso, il foraggio andrebbe destinato a impianti autorizzati per la termocombustione delle biomasse.