L'ultima "zampata" prima di trasferirsi a Latina il procuratore Giuseppe De Falco l'ha assestata su un tema a lui molto caro: quello degli abusi edilizi che s'intrecciano con la corruzione. Una bordata giudiziaria sulla già traballante amministrazione del sindaco Morini, anche lui indagato con accuse pesanti, dall'abuso d'ufficio alla falsità ideologica. Un'inchiesta dai riflessi politici potenzialmente deflagranti. L'indagine l'ha coordinata lo stesso De Falco e ieri i finanzieri del comando provinciale di Frosinone, che hanno indagato a lungo sulla vicenda, hanno notificato diciassette avvisi di conclusione delle indagini preliminari ad altrettante persone, compresi il sindaco Giuseppe Morini, l'ex dirigente del settore urbanistico del Comune Paolo Cestra e il tecnico dell'ufficio condoni Mirko Persichilli. Con loro sono indagati anche sette professionisti della provincia e altrettanti cittadini, tutti residenti ad Alatri.

Gli indagati
I professionisti coinvolti insieme ai due funzionari comunali e al sindaco, quest'ultimo nella sua veste di ingegnere, sono Elio Loreti, Luciano Terrinoni, Dario Lisi, Fabrizio Cittadini, Isidoro Coccia, Daniela Montori e Tiziana Vellucci. Indagati inoltre i proprietari dei sei immobili finiti sotto la lente della procura. Si tratta di Marco Lemma, Roberto Lemma, Raffaele Sbaraglia, Renzo Brocco, Alessia Tagliaferri, Emiliano Quatrana e Fiorenzo Caperna. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Sandro Di Meo, Christian Alviani, Luciano Milani, Marino Iacovacci, Maria Pia Coreno, Stefano Tonachella, Lieta Merletti, Alioska Baccarini, Francesca Di Castro, Vincenzo Galassi, Eugenia De Cesaris e Donatella Ceccarelli. Le accuse riguardano, a vario titolo, i reati di abuso d'ufficio, falsità ideologica, false attestazioni e asseverazioni in materia di segnalazione di inizio attività nel settore urbanistico.

L'inchiesta
Le indagini condotte dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria si sono sviluppate nell'arco di cinque anni, dal 2013 al 2018, esaminando una copiosa documentazione amministrativa, ascoltando molte persone ed effettuando numerosi sopralluoghi insieme ai consulenti tecnici nominati dalla procura. L'obiettivo delle Fiamme gialle era quello di verificare la regolarità delle procedure amministrative di rilascio delle autorizzazioni edilizie di sei costruzioni per le quali i proprietari avevano chiesto la concessione in sanatoria o altri provvedimenti per poter realizzare interventi edilizi. In particolare, nei loro riscontri i finanzieri del capoluogo hanno rilevato una falsa rappresentazione delle opere in questione, difformità riscontrate anche nei rispettivi progetti presentati a corredo delle istanze per ottenere la regolarizzazione dei manufatti. Che per la guardia di finanza sono incontrasto con quanto previsto dalla normativa vigente e dalla strumentazione urbanistica comunale.

Il sequestro
Un'inchiesta minuziosa che ha condotto anche al sequestro preventivo, disposto dal gip del tribunale di Frosinone, di uno degli immobili ritenuti irregolari, un edificio costruito nella zona di Basciano, di circa centocinquanta metri quadrati e della relativa area pertinenziale di circa 125 metri quadrati. Secondo la procura della Repubblica, il sindaco Morini, nella sua duplice veste di pubblico ufficiale e di ingegnere incaricato dai proprietari dell'immobile, avrebbe rilasciato illecitamente il titolo edilizio abilitativo in sanatoria attestando falsamente la realizzazione e la condonabilità del fabbricato.

Le accuse a Morini
Nell'avviso di conclusione delle indagini notificato agli indagati, a proposito del ruolo avuto dal primo cittadino nella procedura di sanatoria dell'edificio sequestrato a Basciano, si legge che Morini, in accordo con i proprietari dello stabile, "con perizia giurata asseverata avanti al cancelliere del Tribunale di Frosinone,attestava falsamente, con riferimento all'istanza dicondono ediliziopresentata dal privato (...) che era in corso di costruzione un immobile destinato a civile abitazione e costituito da un unico alloggio (...)". Dal canto suo, Morini si dice tranquillo. «Mi aspettavo l'archi viazione di questa inchiesta ha detto ieri il sindaco alle telecamere di Tele Universo Un caso affatto grave, con accuse facilmente smontabili. Il mio è stato un comportamento corretto.Attendo con fiducia l'udienza preliminare, se ci sarà un rinvio a giudizio mi difenderò in tribunale».

«Sono gli stessi capi d'imputazione originariamente contestati e riguardano l'attività professionale che nulla ha a che vedere con quella di sindaco sottolinea il difensore di Morini, l'avvocato Sandro Di Meo Riteniamo le accuse totalmente infondate anche sotto il profilo tecnico». Quanto alla contestazione relativa ai condoni, l'avvocato del sindaco li ritiene «pienamente validi e rispettosi dei termini dilegge». Morini chiederà di essere sentito o produrrà delle memorie? «Siamo già stati ascoltati - risponde l'avvocato Di Meo -. Presenteremo le nostre memorie e una consulenza tecnica per confutare quella della procura che per noi, dal punto di vista tecnico, è destituita di fondamento».

Si attende ora che, dopo l'even tuale produzione di memorie e consulenze da parte dei diciassette indagati, il giudice per le indagini preliminari fissil'udienza in cui si deciderà la sorte processuale degli indagati: rinviati a giudizio oppure prosciolti.
Ma al di là dei tempi giudiziari della vicenda, su Morini si addensano nuovi nubi sotto il profilo amministrativo. La sua risicata maggioranza potrebbe non essere in grado di incassare il colpo. E lo scossone giudiziario potrebbe trasformarsi in un devastante terremoto politico.