Ha risposto alle domande del giudice e ha respinto le accuse. Ieri mattina davanti al gip Ida Logoluso si è svolto in carcere l'interrogatorio di garanzia di Ernesto Barile. L'uomo, difeso dall'avvocato Tony Ceccarelli, è accusato in concorso con G.P., 28 anni, frusinate, e A.N., 22, marocchino, (questi ultimi anch'essi destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere, ma attualmente irreperibili) del tentato omicidio di una coppia di fratelli e della fidanzata di uno dei due oltre che di gravi atti di violenza e minaccia all'indirizzo di uno dei fratelli per farsi rivelare dove si trovasse l'altro. Con le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi: la vendetta sarebbe scattata dopo una risposta non gradita ad A.N. all'interno di un bar di Frosinone.

L'operazione, nata dopo la «deflagrazione di un ordigno» davanti alla vetrina della vetreria di via Fabi di uno dei fratelli vittime del tentato omicidio, e dall'esplosione di otto colpi di pistola contro lo stesso esercizio commerciale, è stata condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Frosinone. Lo stesso gip nell'ordinanza di custodia cautelare, rileva che sul terzetto «pendono gravi sospetti non ancora tradottisi in gravi indizi di colpevolezza» con riferimento agli attentati alla vetreria. Al trio, infatti, sono contestati gli episodi accaduti il 16, 18 e 19 maggio scorsi ai danni dei fratelli e della ragazza (concretizzati in un'aggressione fisica, nel tentativo di investimento e di bruciare l'auto con le vittime all'interno).

Barile, nel corso del'interrogatorio, ha ripercorso i rapporti con le parti offese. Ha negato l'aggressione, sostenendo essersi trattato di un banale litigio, per il quale si è scusato senza alcun seguito. Ha negato di essere coinvolto nel tentato omicidio e nelle minacce con l'uso delle armi. Si è dichiarato estraneo anche agli attentati alla vetreria, affermando di trovarsi in quei giorni in Spagna per motivi di lavoro, legati alla gestione di un'attività di ristorazione. Ha negato anche di essere in procinto di allontanarsi dall'Italia. Terminato l'interrogatorio, il legale di Barile si è riservato di decidere nei prossimi giorni se proporre o meno ricorso al tribunale della libertà contro la misura restrittiva richiesta dal pubblico ministero Samuel Amari che ha condotto le indagini.