Era la Calenda. Punto e basta. Non serviva il titolo. E neppure il nome. La conoscevano tutti: professoressa brillante, intelligente, proiettata in avanti. Severa e perfino temuta. Ma indubbiamente unica. La professoressa Antonietta Di Francesco Calenda è morta all'età di 86 anni (ne avrebbe compiuti 87 a settembre) ieri a Venezia, dove da otto anni viveva con il figlio Daniele.

A Frosinone ha insegnato a generazioni di studenti, lasciando un segno indelebile. Perché le sue non erano soltanto lezioni di Scienze (chimica, biologia, astronomia), ma insegnamenti di vita. Perché durante un'interrogazione sui buchi neri ti trovavi a riflettere sul concetto di Dio e dell'esistenza. O magari, come è successo, un film sui conflitti razziali diventava l'occasione per attualizzare la spiegazione sul Dna.

Chiedeva molto, nella consapevolezza che i ragazzi di oggi rappresenteranno la classe dirigente di domani. Fra le tantissime, una sua frase sull'interpretazione della vita è rimasta impressa nei ricordi di tanti studenti: «Da una persona intelligente non si possono pretendere soltanto buona fede e impegno». Invitava a ragionare, ad andare oltre, a non fermarsi neppure al rigido programma di un solo testo scolastico. Ma è impossibile parlare della professoressa Antonietta Calenda senza ricordare il marito e compagno di una vita, il preside Giuseppe Calenda.

Non a caso il figlio Daniele ha scritto nel suo "post": «Accompagniamo mamma da papà per questo ultimo viaggio con l'amore nel cuore». Per un determinato periodo hanno incrociato perfino i loro profili professionali, al Liceo Classico Norberto Turriziani di Frosinone. Lui in cabina di regia, lei nella trincea dell'insegnamento. In classe.

I funerali di Antonietta Di Francesco Calenda saranno celebrati giovedì mattina nella chiesa di Sant'Antonio, a due passi dal Liceo Classico. Alle 11, anche se potrebbero esserci delle variazioni sull'orario. Poi riposerà in pace insieme al suo Giuseppe. Mancherà a tutti quelli che l'hanno conosciuta e amata. Soprattutto ai figli Daniele e Stefano, alle sorelle Elvia e Melania, ai nipoti Marco, Marina e Tommaso. Ciao professoressa.