Mesi di indagini, minuziose, specifiche. Alla vista della prima schiuma apparsa a novembre scorso, tanto da allarmare la popolazione e chiedere a gran voce di individuarne la causa, si sono messi subito in azione non lasciando nulla al caso.
E venerdì hanno sequestrato l'impianto di una nota società di Patrica "Gabriele group", azienda autorizzata al trattamento di rifiuti liquidi pericolosi e non pericolosi. L'accusa è di inquinamento ambientale, violazione di prescrizioni contenute nell'autorizzazione integrata ambientale e impedimento al controllo.

Gli investigatori, infatti, del nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale (Nipaaf) del gruppo carabinieri forestali di Frosinone e della polizia provinciale, hanno eseguito un decreto, emesso dal gip del Tribunale di Frosinone su richiesta della Procura presso il Tribunale di Frosinone. Fondamentali anche le attività svolte da Arpa Lazio.
Le indagini sono partite dopo gli eventi d'inquinamen to del fiume Sacco, per scarichi anomali contenenti sostanze inquinanti accaduti nel novembre 2018. Come noto il 24 novembre e nella notte tra il 29 e il 30 dello stesso mese si sono verificati, nel Sacco, sversamenti di sostanze che hanno dato origine a ingenti fenomeni schiumosi, rilevati a Ceccano. Schiuma avvistata poi anche a Ceprano e in altri comuni.

Dalle prime indagini effettuate con l'ausilio dell'Arpa, e in particolare dai dati analitici trasmessi dai laboratori dell'agenzia, è stato possibile, stando alle accuse, individuare le sostanze contenute nelle schiume, e in particolare si è constatata la presenza di elevate concentrazioni di tensioattivi, elementi che possono determinare la formazione di schiume. In particolare Arpa Lazio ha rilevato la presenza di Alchilbenzensolfonati (LAS) e Alcansolfati (AS), per la categoria dei tensioattivi anionici, e Alcolietossilati (PEG) per la categoria dei tensioattivi non ionici. Non solo. Arpa Lazio, mediante approfondite analisi, è riuscita a verificare la presenza anche di altre sostanze, ovvero: Dilimonele, Eucaliptolo, Cynele, Levomentolo.

I risultati delle analisi di Arpa Lazio hanno consentito di risalire all'impianto che è stato sequestrato, quello della Gabrielli group. Dall'ispezione sono state rilevate numerose violazioni alle prescrizioni contenute nell'AIA. In particolare, sottolineano i tecnici dell'Arpa, le violazioni di fatto non consentono di verificare né i quantitativi di rifiutiinviati a trattamento, né i quantitativi di acque reflue in uscita dall'unità di trattamento biologico, anche grazie all'assenza di o non corretto funzionamento dei contatori volumetrici/misuratori di portata previsti ai fini della tracciabilità dei rifiuti gestiti.

A ciò si aggiunga che i controlli hanno altresì accertato la presenza di un bypass, che consentiva l'immissione di reflui liquidi non trattati direttamente nella conduttura Asi (bypass che è stato già oggetto di sequestro) nonché il rinvenimento di una tubazione "volante", cioè non collegata stabilmente all'impianto, depositata sul suolo e collegata nella vasca di raccolta delle acque di piazzale con la presenza di una pompa. Ciò consentiva alla società, sempre stando alle accuse, di applicare prezzi estremamente vantaggiosi per lo smaltimento dei rifiuti liquidi. Inoltre si è verificata la presenza sui piazzali di sversamenti di acque industriali, colaticci e fanghi che confluiscono nella rete preposta alla raccolta delle acque meteoriche, per poi essere direttamente recapitate tramite condutture al fiume Sacco.