Il Comune di Cassino - così come avevano fatto di recente già alcuni centri del circondario - ha sottoscritto la convenzione con il tribunale di Cassino che permette ai detenuti condannati a meno di 4 anni e coloro che sono sottoposti a indagine di svolgere lavori di pubblica utilità per l'Ente.

Il sindaco e il presidente del tribunale hanno siglato il protocollo che permette di accedere a questa misura alternativa che, ovviamente, segue regole ben precise. La messa alla prova - come recita il codice 168 bis del codice penale - comporta la prestazione di condotte volte all'eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose derivanti dal reato, nonché (ove possibile) il risarcimento del danno dallo stesso cagionato.

Comporta altresì l'affidamento dell'imputato al servizio sociale, per lo svolgimento di un programma che può implicare, tra l'altro, attività di volontariato di rilievo sociale, ovvero l'osservanza di prescrizioni relative ai rapporti con il servizio sociale o con una struttura sanitaria, alla dimora, alla libertà di movimento, al divieto di frequentare determinati locali.

Con la convenzione stipulata ieri, l'Ente consente che dieci soggetti svolgano presso le proprie strutture l'attività non retribuita in favore della collettività per l'adempimento degli obblighi previsti dall'articolo 168 bis del codice penale. La sede dove potrà essere svolta l'attività lavorativa è dislocata sul territorio e il Comune informerà periodicamente la cancelleria del Tribunale sulla situazione dei posti di lavoro. I soggetti ammessi allo svolgimento dei lavori di pubblica utilità presteranno presso le strutture dell'Ente le seguenti attività: servizio di supporto in attività socio-assistenziali ed educativi; attività di segretariato sociale; manutenzione di immobili e ambienti di servizio.

Gli oneri per la copertura assicurativa sono a carico dell'Ente: se previsti, il Comune potrà beneficiare di eventuali finanziamenti. Salera si dice orgoglioso di quanto fatto.