Ultraottantenne prosciolto dopo cinque anni di processo aperto a suo carico con l'accusa di essersi rifiutato di fornire informazioni sulla propria identità. La storia dell'arzillo pensionato roccaseccano, fino a qualche giorno fa nei "guai con la legge", fa subito venire in mente i film polizieschi tanto amati dal pubblico. Cinque anni fa ad allertare i carabinieri erano stati i suoi vicini con cui, in quel momento, pare ci fosse qualche attrito: un fumo troppo denso durante la pulizia del forno avrebbero infastidito i residenti del portone accanto.

Fatto sta che, al momento del controllo, il pensionato molto attivo e partecipe della vita cittadina avrebbe poco gradito la richiesta di esibire i documenti. L'ottantenne, conosciuto da tutti e anche dalle forze dell'ordine, avrebbe allora chiesto agli operanti di mostrargli il "mandato", come nei migliori film d'azione. Insomma, tra fiction e realtà, l'instancabile pensionato è stato denunciato per essersi rifiutato di dare ai pubblici ufficiali indicazioni sulla propria identità personale.

Un reato punito con l'arresto fino a un mese o con l'ammenda fino a 206 euro. A suo carico, un decreto penale di condanna da 70 euro a cui il suo legale, l'avvocato Angela Caprio, si è opposto. Ed è finito in aula: un processo che si è concluso dopo ben cinque anni dai fatti contestati con una sentenza favorevole all'anziano: prosciolto.