Quattro rapine in successione, nel giro di quattordici ore. Prima un distributore di benzina di Frosinone, quindi il caffè dell'Eni shop a Fondi e una tabaccheria a Lenola. Infine un altro benzinaio a Frosinone. Tra il 23 e il 24 novembre del 2018 in due seminarono il panico sull'asse Frosinone-Latina. Ieri, processati entrambi con il rito abbreviato, sono stati condannati.

Antonio Di Mario, 32 anni, di Ceccano, all'epoca ai domiciliari in una comunità di recupero di Assisi (per questo gli è stata contestata pure l'evasione), è stato condannato, in continuazione con una precedente rapina auna tabaccheria di Ceccano, nel gennaio del 2018, per la quale aveva ricevuto tre anni e quattro mesi, alla pena totale di cinque anni. L'altro, Roberto Verardi, 27 anni, di Lenola, in quel periodo a Siena per lavoro, è stato condannato alla pena di tre anni e quattro mesi.

A quest'ultimo sono state riconosciute le attenuanti generiche. Al primo, invece, è stato rifiutato il patteggiamento. Per loro il pm Adolfo Coletta aveva chiesto al gup Ida Logoluso cinque anni e mezzo (considerata anche l'altra rapina) e tre anni e sette mesi. I due sono stati difesi dagli avvocati Filippo Misserville e Giuseppe Lo Vecchio. I quattro colpi avevano fruttato un bottino variabile tra i 200 euro e i 1.550 del distributore New Energy di Patrica.

Stando a quanto ricostruito dalla procura di Frosinone, il primo colpo era avvenuto intorno alle 23.30 di venerdì era proprio avvenuto al New Energy. La coppia, armata di un taser, la pistola elettrica, con il volto coperto, e a bordo di una Bmw X1, con targa coperta, si era poi diretta verso Fondi. Lì, alle prime luci dell'alba, era stato preso di mira il caffè dell'Eni shop. Qualche ora dopo era toccato a una tabaccheria di Lenola.

A quel punto la decisione di ritornare in Ciociaria e l'assalto, intorno alle 13, sempre con il taser al Q8 di viale America Latina, a Frosinone. Subito dopo, la Bmw si era diretta a Ceccano. Lì, stando alla ricostruzione, Di Mario sarebbe sceso per andarsi a comprare un pezzo di pizza, portandosi le chiavi dell'auto dietro. Ma sulle loro tracce c'erano già gli agenti della polizia, che hanno così bloccato prima Verardi. Quindi, visionate le telecamere dei benzinai, sono andati a casa di Di Mario e hanno arrestato anche lui.

Indagando sul modus operandi del duo, ascoltando testimoni e vittime, visionando le immagini della videosorveglianza, il cerchio si è a mano a mano allargato. Così gli investigatori hanno ricostruito i movimenti della coppia nel giro di 14 ore, contestando le quattro rapine. Peraltro Verardi ha collaborato con gli investigatori, ricostruendo nel dettaglio quanto accaduto in quelle quattordici ore.

Ieri, dunque, il caso è approdato sul tavolo del giudice per le udienze preliminari del tribunale di Frosinone Ida Logoluso. I due hanno chiesto di essere processati con il rito abbreviato, in modo da definire subito la propria posizione e contando sullo sconto di un terzo sulla condanna.