Come una mano di poker la procura di Frosinone va "all in" sull'omicidio volontario e chiede il massimo (con un ergastolo) e comunque pene elevate. Il giorno dopo la requisitoria dei pubblici ministeri Giuseppe De Falco e Vittorio Misiti è il giorno dedicato alla preparazione delle arringhe difensive. Data la mole del materiale (l'accusa ha consegnato alla corte e alle parti un faldone con la propria ricostruzione del fatto e le conclusioni) e la complessità del caso ai difensori dei quattro imputati Franco e Mario Castagnacci, Paolo Palmisani e Michel Fortuna parleranno per due giorni, oggi e domani.
Eventuali repliche e poi la sentenza sono previste invece il 23 luglio.

Forti delle risultanze investigative (l'inchiesta è stata condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Frosinone e della compagnia di Alatri con l'a usilio anche del Ris) e processuali i pubblici ministeri hanno chiesto l'ergastolo per Michel Fortuna, 28 anni per Mario Castagnacci, 26 per Paolo Palmisani e 24 per Franco Castagnacci. A quel punto in aula è sceso il gelo. Il procuratore De Falco è stato categorico: «o si ritiene non raggiunta la prova, o se si ritiene raggiunta non si può non affermare la necessità di sanzioni corrispondenti».

Quindi ha fatto una valutazione diversa delle singole responsabilità contestando il dolo diretto con l'aggravante dei futili motivi a Fortuna, da qui la scelta di chiedere l'ergastolo, mentre per gli altri tre, fermo restando la contestazione di omicidio volontario in concorso con dolo però eventuale (ovvero si sono assunti il rischio dell'uccisione di Emanuele) e con parificazione delle circostanze aggravanti e attenuanti generiche. Al termine delle lunghe arringhe della procura, è seguito l'appassionato intervento dell'avvocato Enrico Pavia, che rappresenta la parte civile, e che si è concentrato sulla figura di Emanuele per poi però chiedere una "simbolica" richiesta risarcitoria di un milione di euro per ciascun genitore e di mezzo milione per ciascuno dei due fratelli. Oggi, invece, sarà la volta dei difensori dei quattro indagati. Le loro arringhe sono altrettanto attese.

Da sempre i legali hanno contestato la configurabilità dell'omicidio volontario, parlando di preterintenzionale per quanto accaduto quella notte tra il 24 e il 25 marzo 2017 quando Emanuele prima nel Miro e poi al di fuori venne più volte aggredito fino a stramazzare al suolo finendo poi contro il montante di una Skoda parcheggiata in piazza Regina Margherita.
Oggi avranno modo di motivare la propria posizione e sostenere le ragioni e le scelte dei propri assistiti. Il pubblico ministero De Falco, peraltro, ha riservato un passaggio del suo intervento anche a quanto hanno detto o non detto in aula come davanti ai pubblici ministeri durante la fase delle indagini preliminari i quattro arrestati. Per oggi sono previste le arringhe degli avvocati Marilena Colagiacomo, Angelo Bucci e Massimiliano Carbone, mentre l'udienza di domani sarà riservata agli avvocati Christian Alviani e Bruno Giosuè Naso.