C'è anche una donna, Alina Liliana Diaconu, 29 anni, residente a Supino tra le persone arrestate a Latina dagli agenti della Squadra Mobile e dai colleghi della polizia giudiziaria della Polfer. È accusata di aver presentato una denuncia contro ignoti in Questura a Latina lo scorso dicembre per sequestro di persona. Ma non era vero. Deve rispondere infatti anche di simulazione di reati.

Quando era stata fermata dagli agenti che erano sulle tracce dei ladri dopo un furti, aveva tirato fuori una storia strappalacrime sostenendo di essere stata fermata da un gruppo di balordi e di essere stata obbligata con violenza a condurre l'auto da lei guidata seguendo le indicazioni della banda e i loro ordini. E poi che era stata minacciata da un oggetto contundente puntato al fianco destro. La Diaconu, è emerso nell'inchiesta, è la compagna di un altro degli indagati Tiberiu Nedelcu Andrei, ed era stata identificata dalla polizia proprio la notte del 3 dicembre dopo un furto avvenuto a Pontinia in un ristorante.

In quel caso «La Diaconu - scrive il gip Giorgia Castriota nel provvedimento restrittivo - copre i suoi correi che si sono dati alla fuga scendendo di corsa dal veicolo. È beninserita nel sodalizio e ha dimostrato una notevole e spiccata astuzia e prontezza di reazione ad eventi inaspettati oltre a dimostrare il forte legame tra i sodali legati a un pericoloso vincolo omertoso».

Non erano ladri specializzati e gli obiettivi ogni volta erano diversi: potevano essere le stazioni ferroviarie e le biglietterie automatiche (anche se formalmente questi episodi non sono contestati). Oppurei bersagli erano distributori di benzina, negozi, supermercati. Rubavano dai 30 euro ai 30mila.