Rissa in famiglia per l'eredità. Ma non solo. Dietro la lite violentissima scoppiata l'altra sera ad Aquino, vecchie ruggini, questioni di gestione della proprietà in comune. E, sullo sfondo come ricostruito dai carabinieri persino problemi ereditari.
In manette sono finiti padre e figli che, dopo l'accesa discussione hanno afferrato due bastoni e hanno iniziato a darsele di santa ragione. All'arrivo dei carabinieri in contrada Filetti, sia dei militari della locale Stazione coordinati dal maresciallo Parrillo, sia dei colleghi di Esperia e San Giorgio (della Compagnia di Pontecorvo, agli ordini del capitano Tamara Nicolai) la situazione era a dir poco esplosiva.

La ricostruzione
Grida, insulti e minacce. A fare da detonatore, sembrerebbe, anche questioni ereditarie ma soprattutto la gestione quotidiana della proprietà che condividono: almeno una dozzina le denunce reciproche tra i coinvolti. Vecchie tensioni che hanno alimentato anche questa volta visioni discordanti tra il padre di 79 anni e i due figli (di 41 e 46) che vivono sulla stessa proprietà. Ognuno con le proprie ragioni, ognuno con visioni opposte e pretese molto differenti. Improvvisamente la situazione sarebbe degenerata.

Poi l'arrivo tempestivo dei militari (allertati da uno dei coinvolti). Giunti sul posto, i carabinieri hanno cercato di riportare i tre coinvolti alla ragione ma senza che fosse dato loro ascolto: padre e figli continuavano a colpirsi reciprocamente con calci, pugni e anche con due bastoni, motivo per cui sono stati subito bloccati e tratti in arresto. Con il contestuale sequestro dei bastoni utilizzati durante la rissa. Così in manette sono finiti il padre di 79 anni G.T. (già noto per reati contro la persona, il patrimonio e in materia di armi) e i figli di 41 G. T. (già noto per reati contro la persona) e di 46, M. T., invece incensurato. Uno dei fratelli ha riportato le ferite più importanti: trasportato al Pronto soccorso dell'ospedale di Cassino, se la caverà con 15 giorni di prognosi.

Il padre, nell'immediatezza, è stato sottoposto ai domiciliari, mentre i figli sono stati trattenuti nelle celle di sicurezza della caserma di Pontecorvo in attesa della direttissima che si è svolta ieri mattina. Il padre e uno dei due figli, sono stati assistiti dall'avvocato Carlo Risi, l'altro coinvolto dall'avvocato Rosino Di Brango. Accolte le richieste delle difese: arresto convalidato e immediata remissione in libertà con il solo obbligo di firma e l'invito del giudice a mantenere la calma.