La situazione al Pronto soccorso dell'ospedale Santa Scolastica si fa sempre più critica. Ad andare in difficoltà anche i reparti. Sono tanti gli accessi, soprattutto nelle ultime settimane a causa del grande caldo, così si crea una sorta di imbuto e alcuni pazienti sono costretti ad aspettare nelle sale del Pronto soccorso prima di essere ricoverati. È notizia di alcuni giorni fa di una utente che lamentava la lunga attesa in barella di un congiunto, addirittura foto di vassoi con i pasti lasciati sul pavimento. In queste sale il vitto non è previsto, non è come per i ricoverati, e anche per questo in questi locali non ci sono tavolini con sedie, ma solo posto per le barelle.

Per cui c'è da chiarire che qualora i pazienti e i familiari siano riusciti a consumare un pasto fornito dall'ospedale questo può essere accaduto solo perchè "offerto" dalla struttura, magari per alleviare l'attesa e le preoccupazioni. Sicuramente i vassoi e i pasti non vengono serviti sul pavimento nè lasciati lì in attesa di essere poi smaltiti. In ogni caso già nelle prime ore di ieri mattina dall'Asl è stato predisposto un tavolino nella sala per ovviare a questa criticità e andare incontro ad eventuali esigenze.

«Io ho mia suocera che purtroppo ha spesso malori -ha spiegato un uomo che si trovava in ospedale proprio alcune sere fa- Preferiamo portarla solo se davvero necessario, altrimenti è inutile farla aspettare per ore. Qui gli infermieri non sono tanti e qualcuno usa il pronto soccorso come "parcheggio" per gli anziani, spesso succede con il caldo. Comunque quando restiamo in attesa dei controlli o dei risultati delle analisi sono io a provvedere a mia suocera, sia per quanto riguarda l'acqua che per eventuali pasti. Capisco la preoccupazione e l'estenuante attesa, ma la colpa non è di chi sta lavorando, anzi qui tutti si danno da fare».

In effetti quello che appare evidente a tutti è la totale insufficienza di personale medico e soprattutto infermieristico. Una criticità che aumenta in periodo di ferie e con eventuali malattie. Per gli operatori che restano al lavoro le corsie diventano una vera e propria trincea in cui muoversi tra pazienti che hanno bisogno di cure più o meno urgenti, utenti in sala d'attesa, ambulanze del 118 che arrivano dall'alto casertano, da Sora a volte anche da Frosinone. L'ospedale di Cassino è un Dea di I livello, è al servizio di un bacino d'utenza anche superiore a quello che si ipotizzava una decina di anni fa, è quindi aumentato il fabbisogno di personale. Il periodo estivo e il grande caldo hanno incrementato le richieste di intervento rendendo una situazione già molto critica ancora più compromessa. Inoltre è notizia di una settimana fa dell'ennesima aggressione di un medico e del personale da parte di un paziente registrata in piena notte.
Infatti nel nosocomio cassinate non c'è un presidio di sicurezza fisso, ma solo dalle 9 alle 16, a differenza degli ospedali di Frosinone e di Anagni, che ha addirittura il punto di primo intervento ormai chiuso.