C'è grande attesa in città per conoscere gli esiti dei prelievi effettuati dall'Agenzia regionale per la tutela dell'ambiente abruzzese durante e dopo l'incendio avvenuto a pochi chilometri da Sora.
Lo spaventoso rogo che ha incenerito l'impianto di stoccaggio di rifiuti della società Gea ha generato una grossa nube di fumo che ha stazionato a lungo sulla città. L'emergenza è finita, ma restano dubbi su ciò che effettivamente i sorani hanno respirato in quelle ore. E anche gli agricoltori della zona vogliono sapere che fare dei loro prodotti.

Mercoledì sera il Comune di San Vincenzo Valle di Roveto ha postato sui propri social una nuova comunicazione. "Le risultanze delle prime analisi sull'aria effettuate dall'Arta Abruzzo indicano, come prevedibile, un decremento significativo della concentrazione degli inquinanti con l'aumentare della distanza dall'opificio incendiato. I campioni prelevati presso il centro abitato di Balsorano fra le ore 23 e la mezzanotte di ieri (martedì sera, ndr) mostrano concentrazioni degli inquinanti ridotte di oltre 100 volte rispetto a quelle rilevate nella zona del rogo, ma ancora significative, tanto da giustificare le cautele adottate dall'amministrazione comunale».

La nota aggiunge: «Con il completo spegnimento dell'incendio, l'emergenza fumi può dirsi conclusa. Seguiranno aggiornamenti sulle attività già svolte dall'Agenzia e quelle in corso". Dati tranquillizzanti ma ancora parziali. E che comunque non chiariscono il da farsi.

«Vogliamo sapere se possiamo raccogliere i prodotti dei nostri campi o se è tutto da buttare perché tossico», sbotta un contadino della zona Compre, alla periferia nord della città.
Anche nella vicina Arpino il sindaco è intervenuto sull'emergenza fumo: «Da subito ci siamo messi in contatto con le autorità preposte per conoscere l'entità dell'incendio e dei possibili pericoli per la popolazione -ha spiegato Renato Rea- Dopo un sensibile aumento dei valori del Pm10, rilevato immediatamente dopo l'incendio dalle stazioni ambientali di Sora, i valori si sono gradualmente ridotti rientrando nei valori massimi stabiliti per legge».