«Papà sarà sempre con noi. Mamma, non piangere». È con le parole della piccola Melissa, la figlia del quarantaduenne Alfredo Villa ucciso sabato pomeriggio da un arresto cardiaco a Picinisco dov'era andato con un gruppo di amici per una arrampicata in montagna, che il parroco della chiesa di San Lorenzo Martire, don Alfredo Di Stefano, ha cercato di portare conforto ai familiari affranti dalla tragica perdita.

«Aveva bisogno di stare in alta quota per ragionare sulla vita e osservare ciò che avviene in basso. Salire le montagne costa fatica, ma il desiderio di andare in cima riempie di gioia l'esistenza - ha sottolineato il parroco - Forse Alfredo aveva bisogno di quel silenzio, che a volte è come una carezza; forse, prima della festa, lui voleva ritrovare dentro quel silenzio che è sempre in grado di farci toccare ciò che è invisibile. Che vale più di ogni discorso: unisce le persone e dona consolazione; che è assenza di parole, ma non di sentimenti».

E in effetti proprio ieri il quarantaduenne isolano, padre affettuoso di due splendide figlie, Melissa e Arianna, avrebbe dovuto festeggiare il sacramento della prima comunione di quest'ultima. Un momento di festa per tutta la famiglia che il destino nefasto ha voluto trasformare in tragedia accanendosi sull'esperto scalatore che già all'inizio dello scorso mese di marzo aveva avuto un serio incidente.

Ma la passione per la montagna, la gioia di vivere e l'amore di cui era circondato gli infondevano vitalità. La stessa che gli è stata strappata via sabato pomeriggio, sulla falesia di Picinisco. Neppure gli sforzi del suo fraterno amico medico che era nel gruppo di escursionisti sono riusciti a trattenerla.

La notizia della sua scomparsa ha scosso l'intera comunità. Attorno al suo feretro, ieri, una chiesa gremita di familiari e amici che, con gli occhi gonfi di lacrime, hanno porto l'ultimo saluto al caro Alfredo.

Hanno voluto accompagnarlo in questo viaggio anche gli amici del Cai di Sora, che lo ricordano come «esperto alpinista con all'attivo numerose ascensioni su roccia e in ambiente innevato; uno dei suscitatori del rinnovato dinamismo del nostro sodalizio - rimarcano dalla sezione volsca del Club alpino italiano - in special modo nel ruolo di referente e infaticabile animatore del gruppo "Quelli dell'Appennino" e uno dei promotori della realizzazione della parete d'arrampicata boulder sezionale. Preparazione e caparbietà, coraggio e prudenza, onestà e lealtà, altruismo e solidarietà sono le principali qualità umane che costituivano il suo puro stile alpino. Uomo giusto, amico autentico e insuperabile alpinista di grandi imprese per la vita».

A lui la sezione del Cai di Sora ha anche voluto dedicare queste commoventi righe: «La tua vita è giovane, il tuo sentiero lungo; tu bevi in un sorso l'amore che ti portiamo, poi ti volgi e corri via da noi. Non vi è colpa se non ti resta tempo per pensare a noi. Noi, invece, abbiamo tempo di contare i giorni che son passati, di rievocare le rocce che, con le nostre callose mani, abbiamo consumato insieme».
Oggi stesso la salma di Alfredo Villa raggiungerà Avellino per la cremazione.