Il 3 settembre 2017 l'assalto da parte degli ultras sorani al club dei Fedelissimi del Frosinone. Per quel raid in via Maria, cinque tifosi sorani sono comparsi venerdì davanti al tribunale di Frosinone per rispondere del reato di danneggiamento pluriaggravato.

C.M., E.C., S.D.P., F.M. e P.G. in concorso con persone non identificate, alcuni dei quali con i volti travisati e armati di bastoni, agendo in numero superiore alle dieci unità, sono accusati di aver preso parte all'assalto alla pizzeria attigua al club dei Fedelissimi.

Davanti al giudice monocratico Aurora Gallo, il club dei tifosi canarini si è costituito parte civile attraverso l'avvocato Nicola Ottaviani. Alla prossima udienza, il 7 dicembre, saranno sentiti i primi testimoni a cominciare dalle persone offese. I cinque tifosi, disoccupati, ma anche operai e impiegati, tra i 25 e i 44 anni, sono difesi dagli avvocati Marco Bartolomucci, Vittorio Lapietra e Gianmarco De Robertis. A due imputati è contestata anche la recidiva.

L'attacco era durato pochi secondi, 115 per la precisione, proprio per evitare l'arrivo delle forze dell'ordine. Gli investigatori della questura e dei carabinieri, dopo aver visionato video e filmati, ricostruito testimonianze, avevano inizialmente stretto il cerchio intorno a 18 facinorosi. Dopodiché le accuse si sono concentrate in modo specifico sui cinque finiti sotto processo.
Il club dei Fedelissimi, peraltro, aveva respinto un'offerta da 500 euro da parte del tifo organizzato del Sora come risarcimento dei danni subiti per il lancio di bottiglie, e per le fioriere e panchine divelte dal gruppo di incappucciati che, non riuscendo a entrare nel club, ha preso di mira quanto trovato a tiro nella zona, soprattutto una pizzeria.