Come una persona normale, a fine partita, zaino in spalla si era allontanato dalla zona rossa e si era avviato con alcuni parenti per trascorrere qualche ora in relax. Un gesto, per il quale peraltro era stato dissuaso dalle forze dell'ordine, che al calciatore del Napoli Adam Ounas è costata una rapina. Il giocatore, infatti, venne affrontato da alcuni tifosi del Frosinone che gli strapparono il borsello proprio mentre era in atto una carica delle forze dell'ordine per allontanare un gruppo di facinorosi che tentava di vendicarsi della presunta (e inventata secondo quanto emerso dalle indagini) aggressione subita a inizio gara da un tifoso canarino.

Ora, a distanza di due mesi esatti da quel 28 aprile, gli agenti della Digos della questura di Frosinone hanno effettuato quattro perquisizioni domiciliari a carico di altrettanti tifosi canarini indagati per i reati di rapina, lesioni e ricettazione. Potrebbero essere loro, secondo quanto finora accertato dalla questura, gli autori dell'aggressione al giocatore algerino o coloro che hanno ricettato la merce rubata. Ai quattro, difesi dagli avvocati Riccardo Masecchia, Giampiero Vellucci e Daniele Mieli, gli agenti hanno sequestrato jeans, maglietta e giubbotto. Gli indumenti saranno certamente confrontati con le immagini girate in quei concitati momenti in via dei Giochi delfici, luogo di commissione del reato.

In base a quanto emerso dalle indagini dopo la denuncia dello sportivo, Ounas, tentando di reagire, aveva avuto anche una breve colluttazione con i suoi aggressori, finendo a terra. In questo modo si era sbucciato un ginocchio, ma non aveva subito altre conseguenze. La borsa sottratta al calciatore era stata poi recuperata, ma priva del contenuto. Su Instagram, subito dopo l'accaduto, il giocatore del Napoli aveva scritto: «Grazie a tutti per i vostri messaggi, ma tutto a posto, ho recuperato lo zaino!». Tuttavia, da quel momento la questura aveva avviato degli accertamenti per dare un nome agli autori dell'aggressione ad Ounas.

Il giocatore del Napoli, nonostante fosse stato dissuaso, aveva deciso ugualmente di lasciare la zona rossa (dove l'accesso agli estranei è interdetto per motivi di sicurezza) per andarsene con dei parenti. All'incrocio di via del Giochi delfici, per un caso sfortunato, si è trovato il muro dei tifosi canarini respinto dalle forze dell'ordine. Allora era stato assalito e derubato. Poco prima del termine del match, infatti, un gruppo di tifosi frusinati ha abbandonato la curva. Alla ricerca di napoletani che avevano parcheggiato nella zona di via Fabi. L'obiettivo in base a quanto accertato dalle indagini rispondere alla presunta aggressione subita da un tifoso del Frosinone al quale a inizio gara, secondo voci circolate allo stadio, sarebbe stata sottratta una bandiera. Sarebbe stata questa la scintilla degli incidenti.

Per la questura solo una voce sparsa durante la partita tanto che dell'episodio non c'è stata mai conferma. Nel corso dei disordini, per la sassaiola contro la polizia, era stato anche arrestato un tifoso del Frosinone. Ora, nell'ambito degli accertamenti per la rapina a Ounas, il secondo tempo: all'elenco dei protagonisti di quella giornata si aggiungono altri quattro indagati.