È ufficialmente iniziata la ricostruzione dell'incendio che domenica ha colpito la Mecoris. Terminate le operazioni di spegnimento, ieri c'è stato un primo sopralluogo di vigili del fuoco e forze dell'ordine. Un'iniziale presa di contatto con la realtà a fuoco spento, che, inevitabilmente, richiederà ulteriori sopralluoghi. I vigili del fuoco del comando provinciale hanno terminato la bonifica nella serata di giovedì. A quel punto è iniziata una fase altrettanto delicata com'è quella di accertamento delle origini e delle cause del rogo. Dato che, sin dal primo giorno, l'ipotesi del dolo non è stata esclusa.

Per prima cosa andranno messi insieme tutti gli elementi raccolti in questi giorni dai pompieri come anche dai carabinieri forestali del Nipaaf e dagli agenti della squadra mobile della polizia di Stato. E quindi, da una parte, andranno vagliati gli elementi tecnici per "leggere" le tracce lasciate dal fuoco e capire con precisione da dove sono partite le fiamme, dall'altra, quelli documentali come le testimonianze del titolare della Mecoris e del personale ascoltato dagli investigatori. Tutti elementi da confrontare con le immagini della videosorveglianza per valutare se la ricostruzione fin qui fatta, anche con riferimento agli elementi tecnici acquisiti, sia o meno verosimile. Gli accertamenti, ovviamente, andranno avanti anche nei prossimi giorni. Al momento, però, nessuno si sbilancia.

Di pari passo, poi, dovrà procedere anche la fase di bonifica vera e propria. I rifiuti bruciati andranno classificati e dopo sulla base della tipologia smaltiti. Quanto alla tipologia di rifiuti trovati non si hanno scostamenti da quanto emerso sin dal primo giorno. I vigili del fuoco, infatti, ribadiscono che a bruciare sono stati rifiuti solidi urbani. Solo quelli. Le unità specializzate, comunque, ritorneranno sul sito per completare i rilievi. Solo al termine di questa fase, si potrà dire con certezza che il fuoco è stato appiccato dalla mano dell'uomo o se, invece, la causa è accidentale.

Nel frattempo, l'Arpa Lazio continua a monitorare gli effetti dell'incendio per valutare la qualità dell'aria nei pressi del sito. Il terzo campione dell'agenzia ha individuato la presenza della diossina a 0,20 picogrammi per metro cubo. Un parametro nei limiti suggeriti dall'Organizzazione mondiale della salute (0,3). Rispetto al campione del 25 giugno si ha un lieve incremento (era 0,16), mentre risulta inferiore rispetto allo 0,26 riscontrato tra la notte e la mattinata successiva al rogo. «Tutti i valori dei campioni analizzati sono inferiori al valore di riferimento di 0,3 individuato dall'Oms come indicativo della presenza di sorgenti», dice il report dell'Arpa Lazio. Quanto alle concentrazioni di polveri sottili, che tante polemiche hanno suscitato dopo l'incendio, per tutti i giorni i valori sono stati ben al di sotto della soglia limite, attestandosi il 27 giugno in 23 microgrammi per metro cubo a Frosinone Scalo, 24 in viale Mazzini e 22 a Ceccano.
Al massimo, in settimana, il pm10 è arrivato a toccare quota 28 e 27 a Ceccano e a Frosinone alta nella giornata di lunedì. L'azione di monitoraggio dell'Arpa Lazio continuerà.
Tuttavia, sin dal primo giorno è emerso che, rispetto ad altri incendi in impianti di rifiuti, come quelli al Tmb di Roma via Salaria e all'Eco X di Pomezia i valori non solo della diossina, ma anche di benzopirene e policlorobifenili sono di gran lunga inferiori.