Sono almeno tre le persone su cui si stanno concentrando le attenzioni degli inquirenti dopo i colpi d'arma da fuoco esplosi a San Bartolomeo nella notte di martedì. Uno soltanto, stando a quanto accertato dai carabinieri della Compagnia di Cassino; più di uno, invece, in base a quanto dichiarato dalla potenziale vittima e da alcuni residenti. Dietro al gesto che ha destato molto clamore, diverse ipotesi. Tutte al vaglio dei militari del capitano Ivan Mastromanno. In base alle primissime informazioni, oltre alla persona che potrebbe aver fatto fuoco puntando la semiautomatica in aria per intimidire la presunta vittima, altre due persone sarebbero state iscritte nel registro degli indagati ma per ipotesi diverse. Ovviamente, tutto ruota attorno all'episodio che ha scosso i residenti di viale Pertini e l'intero quartiere.

I militari, attraverso riscontri, perquisizioni e ispezioni vogliono capire se si sia trattato "solo" di una rivalsa personale tra uno o più soggetti, magari per vecchie ruggini. Oppure se dietro l'episodio possa esserci molto di più. Per questo, coordinati dal sostituto procuratore Alfredo Mattei, stanno approfondendo ogni aspetto della vicenda, scavando nella vita privata della vittima, mettendo insieme quanto raccontato dai residenti e quanto riscontrato arrivando subito sul posto. Nel fascicolo aperto per un'ipotesi di porto d'armi fuori dalla propria abitazione, danneggiamento e minaccia, potrebbero finirci molti più nomi. E forse le maglie potrebbero allargarsi in poco tempo: siamo solo nella fase iniziale di un'in chiesta che si preannuncia affatto facile già dalle prima battute. Movente, dinamica e persone coinvolte non appaiono elementi granitici: si scava per mettere insieme i pezzi di un puzzle molto difficile da completare. Almeno in apparenza.

La ricostruzione
In base a quanto accertato dai carabinieri, il colpo esploso sarebbe stato soltanto uno. Un unico bossolo, quello trovato sul posto, di una pistola di piccole dimensioni. Forse a una 635 mini. Ma questa è solo un'ipotesi. La persona a cui l'intimidazione sarebbe stata "riservata", un giovane di Cassino, chiama i carabinieri subito dopo l'esplosione dei colpi: racconterà ai militari di aver udito più di una deflagrazione. Non solo. Dirà agli uomini del capitano Mastromanno di aver subito anche un'aggressione: ancora a bordo della sua vettura, qualcuno gli avrebbe lanciato contro una bottiglia in vetro colpendone la parte posteriore. Una situazione che avrebbe indotto il giovane, rimesso in libertà da poco, a digitare il 112.
Qualsiasi motivo possa esserci dietro il gesto, resta la pericolosità e la violenza. Resta la gravità di un episodio che per fortuna non ha avuto conseguenze peggiori.

Accertamenti senza sosta
L'arma non è stata trovata. Chi ha esploso i colpi potrebbe averla gettata lontano, seppellita in chissà quali giardini, abbandonata in posti impensabili. Oppure potrebbe essersene disfatto gettandola nel vicino corso d'acqua: ipotesi, queste, che potrebbero comunque raccontare dinamiche tra loro molto differenti. Intanto, per approfondire ogni aspetto e non tralasciare davvero nulla, i carabinieri stanno continuando nelle perquisizioni già iniziate subito dopo il grave episodio. Ogni angolo della zona (e non solo) è passato al setaccio, così come anche nella giornata di ieri i militari hanno continuato ad ascoltare persone e acquisire informazioni utili a individuare il responsabile.