Colpi d'arma da fuoco nella notte nel quartiere San Bartolomeo, a Cassino: perquisizioni e indagini serrate. Non si esclude un regolamento di conti. L'episodio, registrato l'altra notte tra l'una e le due, ha creato non poco scompiglio tra i residenti: molti ancora svegli per le temperature sfiancanti, sono stati scossi prima da una deflagrazione, poi dall'arrivo dei carabinieri allertati dallo stesso uomo a cui, forse, quel gesto era stato riservato. Ma le piste sono diverse e i militari del capitano Ivan Mastromanno le stanno battendo tutte, palmo a palmo.
La ricostruzione
Un colpo in aria, uno solo secondo i carabinieri che in viale Pertini trovano nella notte un bossolo piccolo, di quelli usati per una scacciacani. Quindi è una semiautomatica. La presunta vittima, però, racconta di più colpi avvertiti distintamente al suo passaggio. E anche i residenti del popoloso quartiere non hanno saputo dire con certezza se abbiano avvertito una o più deflagrazioni.
L'arrivo dei militari è l'unico punto fermo: il resto è una sequenza tutta da ricostruire. Stessa cosa per le cause: rivalsa personale, donne, debiti o cos'altro potrebbe esserci dietro quel colpo (o quei colpi) fatto esplodere in aria in una afosa notte estiva? È la stessa presunta vittima a digitare il 112: ha paura, crede che quell'esplosione non sia una casualità e che qualcuno voglia dirgli di non poter dormire sonni tranquilli. Di non scherzare col fuoco.
Se di intimidazione si sia trattato (e siamo nel campo delle ipotesi), allora ha prodotto i suoi effetti. Ora bisogna solo capire chi abbia esploso i colpi e perché. I militari non mollano la presa, pur sapendo che magari a sostanziare la nottata insonne e di certo non ordinaria potrebbe esserci il gesto di qualche residente che voleva "solo" allontanare un ladro.
Una pista che gli inquirenti non escludono, come non tralasciano anche altre plausibili ipotesi. In primo piano, però, resta pur sempre la testimonianza di un uomo che si sente vittima di una minaccia armata e chiama i carabinieri.
Le perquisizioni
Raccolte le informazioni necessarie, i militari di Cassino danno vita ad attente perquisizioni. Bussano prima a casa dell'uomo che potrebbe aver esploso i colpi in aria. A indicare dove guardare, proprio la presunta vittima, rimessa in libertà solo poche ore prima.
I militari perquisiscono l'abitazione della persona indicata come il plausibile autore del gesto (che diventa il sospettato numero uno) in cerca di armi. Ma non si fermano lì e proseguono nelle ricerche. Quella indicata dalla potenziale vittima potrebbe non essere la pista "principale": i carabinieri vanno avanti senza sosta.
Colpi in centro: quattro anni fa
Diverse le persone ascoltate nella notte per mettere insieme i pezzi. Da una superficiale analisi dei fatti, sembrerebbe una rivalsa personale. Ma gli uomini del capitano Mastromanno, coordinati dal sostituto Alfredo Mattei, non abbassano la guardia. Nessuno dimentica, infatti, che l'ultima sparatoria registrata a Cassino nel gennaio del 2015 ha rappresentato il punto di partenza di una delle più grandi attività antidroga dei carabinieri: la "Storia Infinita".
Prima le botte, con delle mazze, in piazza (fine 2014); poi una nuova aggressione e l'utilizzo di pistole davanti alla stazione ferroviaria. All'arrivo della pattuglia dei carabinieri non fu ritrovato niente: nessuna vettura né arma o testimoni. Solo vetri rotti e alcuni bossoli, poi repertati. Due elementi che hanno permesso ai carabinieri di disarticolare uno dei gruppi più violenti nella gestione della piazza dello spaccio, dietro l'ombra di una guerra tra bande per l'affermazione di un gruppo - quello Ferreri-Panaccione - su tutti. Poi gli arresti di 12 persone e le condanne (novant'anni di carcere in tutto) confermate quasi per tutti in appello.