Nessuno sconto di pena per Pamela Celani. Il processo d'appello per l'omicidio del fidanzato Felice Lisi, 24 anni, di Cassino, si è concluso ieri così come si era definito, con il rito abbreviato, il primo grado a Frosinone. A Pamela, 28 anni, originaria di Alatri, la Corte d'assise d'appello ha confermato i 16 anni che le erano stati inflitti nell'aprile 2018. Confermata pure la provvisionale di 525.000 euro in favore dei più diretti familiari di Felice, i genitori (150.000 euro a ciascuno) e i tre fratelli (75.000 euro per uno), costituitisi parte civile attraverso l'avvocato Claudio Persichino.

L'omicidio è avvenuto il 31 maggio del 2017 in via Guardaluna, vicino al lago di Collemezzo tra Ceprano e Arce dove i due fidanzati si erano trasferiti in un'abitazione di proprietà dei Lisi.
All'inizio la donna aveva negato ogni coinvolgimento. Ma i sospetti si erano concentrati su di lei. Tuttavia, al terzo interrogatorio, Pamela aveva confessato il delitto.
Al culmine di una lite secondo l'accusa gli aveva inferto una coltellata mortale.

Nella ricostruzione del delitto, i carabinieri si erano avvalsi anche dei rilievi compiuti dal Ris. Il processo d'appello come già avvenuto davanti al gup di Frosinone si è giocato sulla capacità di intendere e volere della ragazza. Tanto che davanti alla Corte d'assise d'appello è stato sentito lo psichiatra Stefano Ferracuti che ha effettuato la perizia disposta dal tribunale di Frosinone.
In base alla perizia l'imputata è stata ritenuta capace di intendere e di volere al momento del fatto. La difesa, rappresentata dall'avvocato Alessio Angelini, con il supporto della criminologa Roberta Bruzzone, aveva evidenziato come la lunga tossicodipendenza, anche da psicofarmaci, ha contribuito ad alimentare il deficit neurologico con disturbo della personalità borderline. Peraltro, più volte i genitori di Felice avevano chiesto l'intervento delle autorità, temendo per l'incolumità di Felice.

Nel quantificare la pena, già in primo grado era stata esclusa l'aggravante dei futili motivi, mentre le attenuanti generiche erano state considerate equivalenti alla recidiva infraquinquennale.
La Corte si è presa trenta giorni per il deposito della motivazioni. Solo dopo averle esaminate la difesa si riserva la possibilità di ricorrere davanti alla Corte di Cassazione.