Chiesa gremita per l'addio a Domenico Gargano. Un "padre" illuminato che tanto ha dato al territorio, grazie a capacità e intuizione. Più volte sindaco, presidente dell'amministrazione provinciale e consigliere regionale. Ruoli che hanno lasciato un segno tanto è stato il contributo portato in queste terre. A dargli l'ultimo saluto c'erano quanti lo hanno amato, apprezzato, stimato. C'erano gli ex sindaci, i politici dell'intera provincia e non solo, personalità di caratura nazionale, tra queste il presidente Lotito, l'ex questore e prefetto Nicolò D'Angelo. A celebrare, l'arcivescovo Gioia.

Toccanti sono state le parole del figlio Giulio: «Tu che hai segnato in modo indelebile la vita di questa Città, di questa Comunità, della nostra famiglia, la mia di vita, lo hai fatto andandotene in silenzio, in punta di piedi, quasi sussurrando, con quello stile di vita umile, sobrio, appena accennato, con una modestia che non ha pari, equesto ti ha resounico e rende ancora più forte il dolore e più grande il vuoto di chi ti ha stimato, apprezzato e amato». È stato il sindaco Enzo Salera a ricordare le innumerevoli opere che portano la sua firma anche se ha premesso: «Ricordare quanto ha fatto per questa città e per il territorio è veramente arduo, impossibile da sintetizzare in poche parole». Sconfinato l'elenco.

Anche se «la più grande scommessa è stata l'istituzione dell'Università degli Studi di Cassino, insieme alla professoressa Juè Palmieri. Un progetto al quale nessuno credeva ». E lui «con orgoglio» all'epoca di nuovo sindaco, il 7 aprile del 1979,«fece affiggereun manifesto nel quale, a caratteri cubitali, informava la popolazione che la Commissione Pubblica Istruzione del Senato aveva approvato il testo definitivo del D.d.L. n° 852 a favore dell'istituzione dell'Università di Cassino».