Una città spettrale. Un paesaggio surreale. Quasi una fuga dalla città. La gente, dopo l'incendio di domenica alla Mecoris, e la nube nera che si è sviluppata, preferisce rimanere rintanata in casa. La psicosi, per certi versi ingiustificata, è iniziata già domenica sera. Il tam tam dei social poi ha amplificato la notizia che, telefonini alla mano, è corsa di cellulare in cellulare. Il video della colonna di fumo alzatosi dalla zona dell'aeroporto ha furoreggiato. Così ieri pochissimi si sono avventurati per strada. Qualcuno l'ha fatto non primadi essersi procurato una mascherina. Nelle farmacie sono andate a ruba tanto che già nella tarda mattinata non se ne trovavano più.

La gente ha deciso di rispettare alla lettera l'ordinanza del sindaco Nicola Ottaviani che ha imposto la chiusura di tutte le scuole e degli istituti di istruzione pubblica e privata entro due chilometri dal luogo dell'incendio. Disposto anche, sempre entro i due chilometri da via delle Centurie, per i successivi quindici giorni e dunque fino al 9 luglio, la sospensione della raccolta e il consumo di frutta ed ortaggi e l'attingimento idrico a fini alimentari da vasche e pozzi non protetti dalla precipitazione aerea. Disposto anche il divieto di pascolo. Il sindaco aveva poi invitato la popolazione residente nella zona a disattivare gli impianti di condizionamento domestico e a tenere chiusi gli infissi fino al momento in cui non sarà cessato l'allarme. Entro il raggio di due chilometri, dunque, ieri hanno chiuso tutte le attività pubbliche e private.

Chiusi anche gli uffici amministrativi e alcuni ambulatori dell'Asl e per quest'ultima si è registrata la polemica della Cisl che ha evidenziato l'eccessivo surriscaldamento dei reparti. Chiuso il tribunale dove ieri, dopo che, inizialmente, l'attività sembrava potesse svolgersi, è arrivata l'ordinanza di sospensione delle udienze. Il provvedimento, adottato nella mattinata di ieri sulla scorta dell'ordinanza sindacale del Comune di Frosinone, porta la firma del giudice Massimo Lisi in sostituzione del presidente del tribunale Paolo Sordi. Anche qui la precauzione in attesa dei dati dell'Arpa è stata massima. Gli utenti sono stati invitati dunque a lasciare l'edificio o a non entrare dove gli agenti della vigilanza all'ingresso del palazzo di giustizia hanno provveduto a far eseguire l'ordinanza di chiusura.

Oltre a scuole (interessate le scuole per l'infanzia Selva Polledrara e Scarabocchio, le scuole comunali Cavoni, la Rinascita, Campo Coni, Giovanni XXIII, gli asili Fantasia, Pollicino, Pinocchio, la materna Oneiros, il Cpia di via Mascagni, la parificata Maria De Mattias, l'artistico, lo scientifico, il conservatorio, le scuole della Fondazione Kambo, la media Pietrobono, i Pantoli) ed uffici pubblici, anche molte aziende hanno chiuso i battenti come la Leonardo. In via Aldo Moro praticamente il 90% dei negozi ha tenuto le saracinesche abbassate. Perfino i bar erano chiusi. In pochi (l'edicola e qualcun altro) hanno deciso di restare aperti. Ma anche le strade erano praticamente deserte. Vuoti perfino i parcheggi. E ne ha risentito pure il traffico decisamente più scorrevole.

Analoghe ordinanze erano state adottate dai Comuni di Alatri, Ferentino, Ceccano, Patrica, Ripi e Strangolagalli. Anche in questo caso l'invito ai cittadini è stato quello di tenere chiusi gli infissi e disattivare gli impianti dell'aria condizionata. Ieri, infine, il consigliere regionale Fabrizio Ghera ha scritto ai presidenti delle commissioni all'Ambiente e ai Rifiuti della Pisana, Valerio Novelli e Marco Cacciatore, per chiedere «la convocazione di una seduta congiunta delle commissioni consiliari sul seguente tema: emergenza ambientale nel territorio del comune di Frosinone a seguito dell'incendio dell'impianto di trattamento rifiuti e problematiche connesse alla gestione del ciclo dei rifiuti».