Nessuna nuova produzione all'orizzonte per lo stabilimento Fca e indotto sempre più in ginocchio. La vertenza della Tiberina è aggiornata al 19 giugno: altri 36 interinali rischiano di perdere il posto oltre a quelli che sono stati già mandati via. Intanto dalla Fismic fanno sapere che non è stato il loro sindacato a chiedere un tavolo separato, bensì l'azienda. Se non continuerà lo sciopero, l'assise unitaria con Fiom, Uilm e Fim si terrà mercoledì prossimo.Intanto ieri i sindacati confederali hanno manifestato a Napoli per lo sciopero unitario del settore metalmeccanico.
I sindacati partono dalla richiesta per il rilancio degli investimenti pubblici e privati ed il sostegno all'occupazione: temi che, insistono, vanno rimessi al centro dell'agenda politica.
Denunciano "la mancanza di una qualsiasi idea di politica industriale" nel Paese, che sta diventando un territorio di conquista delle multinazionali con la conseguenza, avvertono, che l'Italia sta perdendo la sua ricchezza manifatturiera. E chiedono più salute e sicurezza, dicendo basta agli incidenti ed alle vittime sul lavoro.
Intanto sulla questione lavoro torna ad intervenire anche il neo sindaco di Cassino Enzo Salera. Argomenta il primo cittadino: «La notizia sulle prossime mancate produzioni della Fca, è una notizia molto grave, che rischia di mettere in ginocchio non solo la Fca, non solo migliaia di operai ed impiegati con le loro famiglie, ma tutto il territorio, legato indissolubilmente ai successi o alle crisi della grande casa automobilistica. Una domanda mi gira in testa da ieri: ma quanto hanno davvero inciso le decisioni del governo con l'introduzione della ecotassa sulle scelte del management Fca? Ho già convocato la consulta dei sindaci per martedì prossimo e in quella sede mi farò promotore con tutti gli altri sindaci per un incontro con il ministro dello Sviluppo Economico. È evidente che fino ad oggi sia mancata una mediazione tra governo e azienda, soprattutto da parte dei parlamentari eletti sul territorio che avrebbero dovuto da subito preoccuparsi della perdita di migliaia di posti di lavoro. Se in tempi brevi non verrà dato questo appuntamento, siamo pronti a scendere sotto il Ministero e protestare fino a che non sarà riconosciuta la dignità di un intero territorio. Non staremo fermi a guardare. Questo è certo».