Entra nel vivo il secondo processo per il crollo del conservatorio. Ieri davanti al giudice Giuseppe Farinella era in programma l'udienza a carico di Antonio Santamaria. Si tratta del costruttore imputato del crollo, e giudicato a parte rispetto agli altri coimputati, che sono stati assolti in primo grado e per i quali, però, la procura ha proposto appello.

La vicenda di Santamaria, difeso dall'avvocato Simone Cestra, è particolare. Chiamato come teste, nel settembre 2015, al processo che ha portato, nel novembre 2017, all'assoluzione del progettista Luigi Gaetani, del direttore di cantiere Mario Cretaro, dell'imprenditore Leonardo Zeppieri (l'unico per il quale non è stato proposto l'appello avendo il pm già chiesto l'assoluzione in primo grado), e del collaudatore Antonio Trento, Santamaria era stato indagato in aula quando era emerso che i lavori sulla copertura del Licinio Refice erano stati effettuati proprio dalla sua ditta in subappalto. Ieri, è stato sentito come testimone, imputato di reato connesso, proprio Trento, assistito dall'avvocato Mario Di Sora.

Il collaudatore, teste della difesa Santamaria, ha riferito al giudice che la consistenza e la qualità delle saldature erano regolari. Ha spiegato, trattandosi di molte saldature, di aver fatto controlli a campione. E quelle che ha visionato erano a regola d'arte. Quindi sono stati sentiti due operai, di cui uno che non è mai stato su quel cantiere. Il secondo, invece, addetto alle saldature ha riferito che non gli erano state fatte contestazioni o osservazioni sulle saldature. Ha aggiunto che non si trattava di singoli punti di saldatura, ma di saldature lungo tutto il cordone del tubolare. L'udienza è stata aggiornata a febbraio 2020 per sentire i tre consulenti tecnici, chiamati dalle altre difese nel primo processo.