Compost di qualità da utilizzare in agricoltura. Ma non lo era affatto. Piuttosto era un terriccio ottenuto dai rifiuti che andava trattato e smaltito. E che invece veniva sparso su terreni agricoli. È la pista investigativa su cui ha lavorato a lungo la procura della Repubblica del tribunale di Roma e che ieri mattina ha vissuto il suo epilogo con 23 persone indagate a vario titolo per traffico di rifiuti in concorso tra loro, nel periodo tra il 2014 e il 2017, con sei perquisizioni domiciliari e in azienda e sequestri di impianti di trattamento, discariche e terreni tra le province di Latina e Roma.

A eseguire le misure richieste dei magistrati della Dda sono stati i carabinieri forestali di Latina, la polizia stradale di Lazio e Umbria, la polstrada di Latina, con l'ausilio dei carabinieri forestali dei gruppi di Frosinone, Roma, Napoli e Salerno.
Tra i 23 indagati c'è anche un ciociaro: Sergio Mastroianni, 70 anni. È il titolare del laboratorio di analisi "Osi" di via Borgonuovo, a Isola del Liri, dove vive. Anche la sua abitazione è stata perquisita. Con gli altri indagati è accusato di concorso in traffico illecito di rifiuti.

Il suo laboratorio ha effettuato i rapporti di prova sul compost prodotto dalla "Sep Srl" di Pontinia, l'azienda di proprietà degli imprenditori Vittorio e Alessio Ugolini finita al centro dell'inchiesta. Secondo l'accusa formulata della procura romana, Mastroianni "mediante più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, nella predisposizione delle certificazioni di analisi relativa al compost prodotto presso l'impianto Sep Srl, forniva dati falsi circa la natura, le caratteristiche chimico-fisiche dei rifiuti, atteso che, a seguito di numerosi controlli, con relativo campionamento di compost in uscita dall'impianto, i risultati accertati da Arpa Lazio non corrispondevano per uno o più parametri rispetto a quanto certificato per il laboratorio Osi". Mastroianni è difeso dall'avvocato Francesca Burgo.