Una figura che vedeva tutti i giorni. Una persona con la quale ha vissuto per anni e della quale si fidava. Forse troppo. Lei una ragazzina, lui il nonno. Lei la vittima, lui l'imputato.

Ieri, infatti, il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Frosinone, Ida Logoluso, ha rinviato a giudizio l'uomo, ora settantasettenne, per violenza sessuale. Accolta la richiesta sostenuta dal pubblico ministero Alessandro Di Cicco che ha coordinato l'indagine, nata dopo la denuncia della nipote.

La violenza, subita e tenuta nascosta per anni, alla fine è stata confessata. La vittima ha deciso di denunciare l'ultimo episodio. Ma chi ha raccolto la sua denuncia ha scelto di scavare ancora più a fondo andando molto indietro nel tempo, quando lei non aveva ancora quattordici anni.

In questura ha denunciato un fatto di un anno e mezzo fa circa: il nonno davanti a lei aveva cercato di abbassarsi i pantaloni. Gli agenti, a quel punto, hanno approfondito, ritenendo che potesse esserci dell'altro. Così, se il magistrato ha deciso di non procedere per l'ultimo episodio, non ravvisando estremi di reato, ben diversa importanza è stata data a un altro episodio raccontato dalla ragazza.

Si tratta di un fatto accaduto - secondo la querela - nel 2009, in un giorno imprecisato dato il trascorrere del tempo, quando il nonno, con un movimento furtivo, l'avrebbe presa alle spalle e palpeggiata sul seno. Lei si era ritratta, ma non aveva parlato. Forse per paura di non essere creduta. Dopo il nuovo episodio non ci ha pensato più e ha deciso di chiedere aiuto e denunciare.

Nei confronti dell'anziano è scattata l'accusa di violenza sessuale, con l'aggravante dell'età della vittima, non ancora quattordicenne nel 2009. Chiuse le indagini, il pubblico ministero Di Cicco ha chiesto il rinvio a giudizio del settantasettenne con il quale la ragazza ha chiuso ogni rapporto. L'uomo, difeso dall'avvocato Clara Di Mario, dovrà comparire davanti al tribunale di Frosinone, a partire da novembre.