Dopo il licenziamento degli interinali di Fca e la ripresa della cassa integrazione all'interno dello stabilimento pedemontano, ora - a causa del calo delle vendite e quindi delle commesse di Fca all'indotto - la crisi si fa sentire anche nelle aziende medio-piccole. Ieri è scoppiata proprio in quella che è una delle realtà più grandi e importanti dell'Indotto Fca: la Tiberina.

Gli operai della fabbrica da ieri mattina sono in sciopero con una mobilitazione fuori dai cancelli. I licenziamenti e lo scarso rispetto per gli operai, i motivi principali della protesta indetta dalla Uilm e dalla Fiom. Argomenta il segretario provinciale della Uilm Francesco Giangrande: «L'azienda intende mettere alla porta gli interinali il cui contratto scade il 31 luglio pur avendo la stessa produzione.

Non si prevede il rinnovo di lavoratori che hanno il contratto a termine ma che sono in fabbrica da ormai quasi un decennio ed è stato proposto ad alcune impiegate il passaggio da full time a part time senza concordare nulla con i sindacati. Sembra, anzi, che l'azienda voglia azzerare il sindacato e penalizzare nella riorganizzazione tutti i lavoratori iscritti al sindacato».

Gli fa eco Donato Gatti della Fiom: «L'arroganza dell'azienda è spaventosa, mi auguro che possa esserci una svolta ma purtroppo noi da tempo abbiamo messo in guardia sulla crisi di Fca». Sono 18 i lavoratori a cui è scaduto il contratto e non è stato rinnovato: altri 18 dovrebbero lasciare entro fine mese.

Mirko Marsella, segretario della Fim-Cisl, argomenta invece la posizione del suo sindacato: «La Tiberina lavora per Fca e come sappiamo oggi Fca ha una crisi di volumi e sta facendo una riorganizzazione al proprio interno. Si tratta dell'unica azienda che ancora ha somministrati e quando questi somministrati sono stati mandati via da altre aziende non si sono visti blocchi di cancelli o scioperi: all'improvviso succede solo alla Tiberina. Fermo restando la solidarietà ai lavoratori, non mi risulta che non vengano rinnovati i contratti a tempo, abbiamo una riunione il 13 giugno, dopodiché valuteremo. I primi a rimetterci quando c'è una crisi aziendale sono gli interinali: è meglio dirsi la verità, anche quando è difficile da accettare»