La prefettura sospende il sindaco D'Aliesio, sostituito temporaneamente dal suo vice. Una supplenza prevista in casi del genere, così come secondo quanto disciplinato dalla legge Severino ciò avverrà per i due assessori coinvolti: attesa a breve la convocazione dell'assise in cui formalizzare la supplenza con l'ingresso in consiglio dei primi dei non eletti. Un passaggio obbligato, legato alla necessità di consentire alla vita amministrativa di procedere senza problemi, mentre si farà chiarezza davanti ai magistrati per ciò che concerne le posizioni del primo cittadino, del tecnico e dei due assessori di Cervaro sottoposti a misure cautelari (quella dei domiciliari) per un'ipotesi di turbativa d'asta e corruzione.

La comunicazione della prefettura dovrebbe essere già stata notificata all'Ente scosso così come l'intera comunità dall'operazio ne dei carabinieri forestali coordinati dal comandante provinciale, il colonnello Lopez. Mentre questa mattina sindaco, assessori, tecnico e imprenditore saranno chiamati a riferire le loro verità, rigettando con forza le accuse a loro carico. E le difese gli avvocati Sandro Salera, Paolo Marandola e Giampiero Vellucci sono schierate.

L'inchiesta
A indicare chi abbia ricoperto il ruolo di esecutore materiale e chi abbia un coinvolgimento morale nella supposta commissione dei reati contestati nell'operazione "Malaffare" è stato il gip Sodani che ha condiviso appieno quando riscontrato dalle indagini del dottor De Franco, affidate ai carabinieriforestali.Per gliinquirenti,il sindaco D'Aliesio, gli assessori Ricciardelli e Canale, il tecnico Pucci e l'imprenditore Coratti avrebbero contribuito, in varia misura, a «creare le condizioni affinché la gara che aveva come oggetto l'aggiudicazione del servizio di smaltimento dei rifiuti in favore della Tac Ecologica srl in cambio dell'assunzione di soggetti previamente indicati e "raccomandati" dai pubblici ufficiali».

In cambio del voto: «Ci devi dà il voto, m'hanno crepato» avrebbe detto Coratti a uno degli assunti ad hoc. E poi aggiunge: «Se non ci dai il voto so' costretto a licenziarti!». «Quindi quando vai là, metti bene la croce!». O ancora, poco prima delle elezioni, tecnico e assessore avrebbero chiamato l'imprenditore lamentandosi di alcuni disservizi alle attività commerciali facendo rimostranze sulla ricaduta elettorale: «È impossibile, ci sta qualcosa che non sta funzionando nei nostri confronti: Nui stemm'in campagna elettorale: t'avevamo promesso aiuto e invece tu ci stai a dirupà».