Termocombustore Marangoni: dopo vent'anni tornano le barricate. La notizia del sopralluogo programmato per domani tra i soggetti interessati corrispondenti più o meno ai componenti delle conferenze di servizio (proponente Regione Lazio, convocati: Marangoni Spa, comune di Anagni, Provincia di Frosinone, Asl Frosinone e Arpa Direzione tecnica), con il seguente breve testo "A seguito della Determinazione Dirigenziale G10636 di conclusione del procedimento, relativamente all'impianto Marangoni in Anagni, richiamando quanto espresso al punto 3.2.2 della DGR 239/2008, si convoca per il giorno 4 giugno 2019 alle ore 10.00 presso Via Anticolana, 32.) ha risvegliato ambientalisti e politici di opposizione, dando la stura a ipotesi e sollecitazioni di ogni genere.

La località in cui ha sede la Marangoni, nonostante la chiusura dell'attività produttiva, non ha subìto variazioni nella destinazione d'uso e le norme potrebbero facilitare, se non prescrivere, il rilascio del rinnovo autorizzativo.

Verso la fine degli anni Novanta, la Marangoni realizzò l'impianto per smaltire pneumatici difettosi o usurati. L'utilizzo di coperture di marche diverse fu testimonianza della chiara intenzione di utilizzare il termocombustore ben al di là dell'uso inizialmente dichiarato (procedura semplificata Decreto Ronchi), ma tutto filò più o meno liscio. La possibilità di bruciare il carfluff, sopraggiunta in un secondo momento, provocò una sollevazione popolare e l'iniziativa, favorita dal Ministero dell'Ambiente con tanto di prove generali, venne stoppata. Blocchi della circolazione, cortei con cartelli e striscioni, interrogazioni parlamentari, sit-in e presidio fisso davanti ai cancelli dello stabilimento; fu messo in atto veramente di tutto.

Il successivo spegnimento dei forni e l'apparente calma piatta avevano fatto credere nella definitiva archiviazione del caso. La domanda dei cittadini, al di là dell'emozione del momento, non è peregrina: «se la fabbrica è chiusa, perché continuare a bruciare pneumatici?». Il reparto conta su 16 lavoratori, attualmente in cassa integrazione; un numero che, a voler essere cinici, non giustificherebbe il rischio di emissioni e di patologie connesse. Anche in questo caso il braccio di ferro è politico. L'estate meteo tarda ad arrivare, ma l'atmosfera si surriscalda sul caso Marangoni