Sono tornati in libertà, dopo la convalida dell'arresto, i due fermati dai carabinieri, dopo un inseguimento, con dei pezzi rubati di auto da rally. L'operazione, condotta dai carabinieri della stazione di Ferentino e del Norm della compagnia di Frosinone, era nata a seguito del furto del materiale per auto in occasione del XXVI rally dell'Adriatico a Jesi, in provincia di Ancona, il 3 maggio scorso. Secondo quanto denunciato da una coppia di friuliani, lui 32 anni italiano e lei 31 anni moldava, per la restituzione dell'attrezzatura, tra cui un cambio, per un ammontare di circa 15.000 euro, era stato chiesto un riscatto di 2.500 euro. Nel mirino sono così finiti A.M., 31 anni, residente a Ceccano e B.A., 30, marocchino, meccanico residente a Ferentino, ma domiciliato a Udine.

Un primo appuntamento concordato tra le parti, a Bologna, si era risolto in un nulla di fatto. Così, stando alle accuse, era stato deciso un nuovo incontro, finalizzato alla restituzione della refurtiva, al casello di Frosinone. Quindi la decisione di spostarsi in un bar di Ceccano. Ma anche questo secondo incontro non è andato in porto, in quanto i denuncianti non hanno riconosciuto, tra la merce di cui avevano subito il furto, il cambio e sono andati via. A quel punto i carabinieri, che seguivano a distanza le operazioni, hanno deciso di intervenire, ma l'auto con a brodo il ceccanese e il marocchino non si è fermata all'alt. Anzi, a un certo punto ha anche tentato di speronare la gazzella dell'Arma. Poi i due sono stati arrestati e posti ai domiciliari in attesa della direttissima che si è svolta ieri mattina.

In auto i carabinieri hanno recuperato la refurtiva che è stata restituita. Nei loro confronti sono al momento contestati i reati di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, danneggiamento dell'auto dei carabinieri e furto aggravato dei pezzi dell'auto da rally. A.M. e B.A., difesi dall'a vvocato Marco Maietta, si sono visti convalidare l'arresto dal giudice Francesca Proietti. Il pm d'udienza Tomassini aveva chiesto una misura restrittiva, ma per il primo, in difetto dei gravi indizi di colpevolezza, non è stato adottato alcun provvedimento, mentre per l'altro è stato disposto l'obbligo di firma. Entrambi, dunque, sono liberi in attesa del processo che si celebrerà, dopo la richiesta dei termini a difesa, il 10 settembre.