Oggi, al termine della riunione in programma in Comune prevista a partire dalle 16, potrebbe essere definito il percorso del Lazio Pride, manifestazione che si pone l'obiettivo di mettere al centro del dibattito le tematiche riguardanti la comunità lgbt+ (lesbiche, gay, bisessuali e transgender). L'evento, prima volta nel capoluogo, ricade nel cinquantesimo anniversario dei moti di Stonewall ed è in programma sabato 22 giugno. Ma il condizionale sul percorso è ancora d'obbligo in considerazione del fatto che, da una parte, il comitato organizzatore è in pressing per sfilare anche in via Aldo Moro, mentre dall'altro, il Comune, ha avanzato delle proposte alternative prevendo passaggi in via Adige, la zona del Casaleno o corso Francia. Le perplessità dell'ente relative al possibile passaggio in una delle strade principali dello shopping del capoluogo sarebbe legato a questioni di sicurezza, commercio e viabilità.

«L'obiettivo comune ha spiegato l'assessore alla polizia locale Francesca Chiappini è quello di raggiungere una sintesi e una soluzione che possa essere positiva per tutti». Dal comitato organizzatore del Lazio Pride, in più di una circostanza, hanno ribadito, attraverso le parole di Fabrizio Marrazzo (uno dei portavoce) che «la manifestazione è ormai alle porte.
Tuttavia, a causa di problemi tecnico-organizzativi, non è ancora stato individuato un percorso che consenta alla parata del primo Pride della città di Frosinone di sfilare per la vie principali della città, come via Aldo Moro Corso della Repubblica.
Siamo certi che riusciremo a concordare un percorso ottimale, anche perché sarebbe la prima volta che un'amministrazione comunale impedisce a un Pride di percorrere le strade principali del centro della città.

Da sempre - ha concluso Fabrizio Marrazzo - sosteniamo la necessità di portare alla luce la comunità lesbica, gay, bisex e trans nella provincia di Frosinone e stiamo lavorando con costanza e fiducia per fare in modo che le persone che sono parte di questa comunità abbiano la visibilità che meritano». Sul tema sono intervenuti dal Partito Democratico e dai Giovani Democratici. Ripercorrendo le tappe della storia che, dal primo Pride di New York nel 1969, hanno sottolineato che «proprio per le ragioni legate alla nascita e al significato più profondo della manifestazione pensiamo che non potrà essere "nascosto" in vie laterali o periferiche, ma dovrà svolgersi, come in tutte le città d'Italia, nelle vie principali della perché si tratta di una scelta di civiltà». Evidenziano, inoltre, alcuni dati.

«Da uno studio condotto da Gay Help Line emerge che più del 70% degli studenti gay è vittima di episodi di bullismo a scuola. Nell'ultimo anno sono rilevanti gli ultimi dati che testimoniano un crescente livello di omofobia, con un incremento del 2,5% e un aumento del 6% delle discriminazioni sul lavoro a scapito delle persone Lgbt». E concludono affermando che «lo svolgimento del Lazio Pride rappresenta una scelta che deve far emergere in tutto il Paese la concezione di Frosinone come una città del rispetto, dove si combattono discriminazioni, bullismo e tutte le forme di violenza. Non possiamo nascondere l'arcobaleno».