Lei, lui e l'altra. Due donne che si contendono lo stesso uomo e, quando una delle due, l'ex amante, si vede ormai messa alla porta si trasforma in stalker e si finge avvocato. Sono queste le accuse, di atti persecutori e di sostituzione di persona, che sono costate il rinvio a giudizio a carico di una donna di 33 anni di Frosinone.

Stando alla denuncia presentata dall'altra, una trentottenne di Ceccano, la situazione è precipitata nel 2018 con una serie di minacce subite attraverso i mezzi telematici. Ma un prologo c'era stato un paio di anni prima. Le due donne, infatti, erano amiche e si frequentavano. A un certo punto l'uomo, nonché marito della ceccanese, tronca la relazione coniugale. E comincia a frequentarsi con la frusinate. La nuova relazione, a un certo punto, si interrompe definitivamente. L'uomo decide di ritornare dalla moglie con la quale ha avuto dei figli, e chiude ogni rapporto con l'ex amante.

Questa non si rassegna e comincia a studiare una strategia per riconquistare l'amato. Una strategia che, secondo quanto sostenuto dalla procura che ne ha ottenuto il rinvio a giudizio, è andata oltre la legalità. La vittima ha lamentato di aver subito continue richieste di incontro da lei sempre negate. Quindi da un certo punto in poi, nell'arco di sei mesi nel corso del 2018, sarebbe arrivata una decina di messaggi anche minacciosi. In uno di questi - secondo la denuncia - era indicato il numero di targa dell'auto della donna.

Che così ha cominciato ad aver paura per lei e per i suoi figli. In più si è trovata nella posta elettronica una diffida inviatale da un avvocato. In questa si chiedeva un incontro chiarificatore. Poco convinta la ceccanese si è rivolta all'avvocato Riccardo Masecchia così, per il linguaggio utilizzato e poco tecnico e dopo una verifica presso l'avvocato che risultava aver inviato la missiva e, all'oscuro di tutto, è saltato fuori che era un falso.

Da qui la decisione di denunciare la donna di Frosinone, che si è rivolta all'avvocato Antonino Nobile. La procura ha disposto una perizia su computer e telefonino sequestrati all'imputati. All'udienza preliminare di mercoledì il gup ha deciso il rinvio a giudizio, fissando la prima udienza a settembre.