L'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale chiude la triste parentesi del maxi debito e nel Consiglio d'Amministrazione di ieri, per la prima volta dopo anni di crisi, ha superato la condizione di conclamata tensione finanziaria. Il bilancio 2018 dell'Università di Cassino si chiude difatti con un utile di 701.867 euro, confermando l'inversione di tendenza iniziata già nel 2016. Quello che emerge è un quadro certamente positivo, frutto delle azioni intraprese per ripianare il debito.

A spiegare come è stato possibile questo piccolo-grande miracolo è stato direttamente il rettore Giovanni Betta nel corso di una conferenza stampa che ha tenuto ieri insieme al professore Carmelo Intrisano, colui che più di altri e a fari spenti, ha lavorato silenziosamente e alacremente per ridurre il debito trentennale ad un mini mutuo di dieci anni ma non più nei confronti dell'Inps bensì nei confronti del Ministero che ha aiutato l'Unicas ad uscire dall'impasse.

Il risparmio sul personale
Come è stato possibile ripianare il maxidebito che si era venuto a creare a seguito del "buco" con l'Inps per i contributo non versati ai dipendenti nel periodo 2011-2014?
«Le entrate -ha spiegato il rettore Betta- sono aumentate rispetto al 2017 stante l'incremento dei proventi per la didattica derivante dall'attivazione dei percorsi del FIT e delle maggiori entrate per corsi post laurea. Aumentano anche i contributi da privati e da altre amministrazioni locali a testimonianza dell'operosità dell'ateneo nel promuovere convenzioni e partnership con soggetti esterni». Ma la principale voce di costo che si riduce è quella del personale passa da 34,3 milioni del 2016 a 33,3 del 2017 e infine a 32,1 nel 2018 quale effetto del blocco del turnover. Il personale passa dunque da 592 unità del 2016 a 543 del 2018 con una variazione più significativa dei docenti che passa da 304 a 269 unità con un calo dell'11,5% mentre il personale tecnico-amministrativo cala "solo"del 4,86%. «Nonostante questo -spiega il rettore Betta- riusciamo comunque ad erogare la didattica in tutti i corsi di laurea e non ci sono state flessioni nelle immatricolazioni, è anzi aumentato il numero di iscritti. Ci lasciamo inoltre alle spalle il periodo più brutto, adesso arrivano nove ricercatori finanziati dal Ministero e il numero dei docenti è dunque destinato a crescere nuovamente.

Dal canto suo il professore Intrisano ha evidenziato come il debito con l'Inps sia completamente estinto e l'Unicas ora deve restituire solamente delle anticipazioni avute dal Ministero.
E in conclusione sempre il professore Intrisano, entrando nel dettaglio ha spiegato: «La spesa del personale scende dal 93,23% del 2017 all'80,48%, di poco superiore all'80% che il decreto pone come limite massimo alla spesa; l'indicatore di spesa di indebitamento è nel 2018 pari all'1,02%, notevolmente inferiore al limite massimo del 15% previsto dal decreto; l'indicatore di sostenibilità economico-finanziaria risulta pari a 1,02% superiore al valore di 0,95%. Pertanto, grazie ai risultati raggiunti, si può ritenere venuta meno la condizione di conclamata tensione finanziaria».