Spese non rendicontate all'Agenzia di formazione, tutti assolti. Per la mancata rendicontazione dei costi sostenuti dall'Agenzia provinciale Frosinone formazione dei progetti (74 su 84 secondo l'accusa), a giudizio c'erano gli ex dirigenti delle Politiche del lavoro e formazione della Provincia Giuseppe Rosario Caruso (in servizio fino all'agosto 2009) ed Elvio De Santis (da agosto 2009 a novembre 2010), l'allora direttrice della direzione regionale Formazione Elisabetta Longo e l'ex direttore dell'Agenzia Federico Sisti. Tutti accusati di abuso d'ufficio. E Sisti pure di peculato, da febbraio 2007 a giugno 2009, quando, secondo l'accusa, si sarebbe liquidato 132.837 euro della parte variabile dello stipendio.

In serata la sentenza con la dichiarazione di assoluzione perché il fatto non sussiste per tutti e per tutte le accuse. L'udienza si è aperta con la dichiarazione di rinuncia alla prescrizione da parte degli imputati Caruso, De Santis e Sisti. A quel punto ha preso parola il pubblico ministero Adolfo Coletta. Quanto al primo capo d'accusa, l'abuso d'ufficio, il pm ha chiesto l'assoluzione per Caruso e Longo. Il pm ha riferito della mancata certificazione delle attività dell'Agenzia nonostante la richiesta della società incaricata. Per il pubblico ministero la responsabilità di Caruso va esclusa essendo cessato dal servizio in un periodo antecedente alla richiesta della documentazione. Per la Longo Coletta ha evidenziato l'assenza di prove del dolo intenzionale.

Discorso diverso per gli altri due imputati per i quali il pm ha chiesto la condanna a un anno per De Santis e a tre anni e quattro mesi per Sisti. Questo perché, secondo il pm «avevano consapevolezza dell'obbligo di legge» tanto più dopo la lettera «che sollecitava la rendicontazione». Questa situazione avrebbe generato secondo l'accusa il mancato controllo sui fondi sociali europei destinati all'Agenzia «e tutto ciò si riverberava ha aggiunto il pm sui finanziamenti aggiuntivi». Il pm ha accusato Sisti di essersi appropriato della parte variabile dello stipendio, basato sugli effettivi finanziamenti aggiuntivi ottenuti dall'Agenzia, autoliquidandosi il compenso. Per il pm il «peculato è ampiamente provato».

Di diverso avviso le difese a cominciare dall'avvocato Mario Di Sora per Caruso che ha evidenziato la scelta di rinunciare alla prescrizione e che il dirigente «ha fatto tutto quello che doveva fare» sollecitando, tra l'altro, «la verifica delle risorse inutilizzate». Anche la difesa Longo, con l'avvocato Margherita Pugliese, ha insistito per l'assoluzione con formula ampia. Per De Santis, l'avvocato Fabio Padovani ha detto che la Provincia non aveva rapporti con la società di certificazione e che «si confonde il controllo di I livello sulla rendicontazione con il controllo di II livello a seguito di certificazione». L'avvocato Giuseppe Conte ha spiegato che Sisti di era già dimesso nel 2009 e che «ha rendicontato», così compiendo «il suo obbligo amministrativo finché è stato in carica». Ha aggiunto che la rendicontazione era compito della Provincia e che i fondi rimasti in Agenzia «sono stati utilizzati per gli scopi istituzionali» Sul peculato ha spiegato che «Sisti non si è autoliquidato niente, il compenso era più che legittimo». In serata la sentenza di assoluzione.