Fili d'erba, segni visibili di terreno, impronte meno evidenti di argille ma anche granelli in apparenza insignificanti. Ma solo per occhi inesperti. La ricerca di ieri, che ha riguardato le auto in uso a Nicola Feroleto, ha rappresentato una parte dell'accertamento irripetibile voluto dalla procura per fugare ogni dubbio sulla morte di Gabriel. Sarà la terra, infatti, a parlare; a raccontare se Nicola fosse presente oppure, come dichiarato dallo stesso, non fosse in quel campo dell'orrore quando il bambino perdeva la vita.

Una prova inoppugnabile - la cui ricerca è affidata al geologo Sacchi - ma non l'unica: domani l'accertamento del Ris a Roma sempre sulle auto, venerdì ancora in zona Volla per prelevare campioni di terreno nel campo, nelle case e nei giardini. Così da concludere l'analisi tecnica predisposta dal sostituto Maisto: la comparazione con le tracce isolate su abiti e oggetti degli indagati - padre e madre del piccolo - e della vittima servirà a chiudere il cerchio.

Mattinata intensa
L'affidamento dell'incarico alla dottoressa Sacchi, alla presenza degli avvocati D'Anna per Nicola, Cucchi e Prospero per Donatella, insieme ai rispettivi consulenti - presente il professor Carmelo Lavorino - e ai militari della Compagnia di Cassino e del Reparto Operativo di Frosinone, è stato puntuale. Quaranta minuti per gli adempimenti, poi il sopralluogo sulla "scena del crimine".

La task force di esperti e militari ha visionato l'esterno dell'abitazione sequestrata, spostandosi poi sul campo indicato come il luogo dove il piccolo Gabriel è stato ucciso. Soffocato, sembrerebbe - per sua stessa ammissione - dalla madre «perché piangeva», per aver impedito forse alla coppia di appartarsi, ha aggiunto la donna arrestata in meno di dodici ore: tanto ci è voluto ai carabinieri del capitano Mastromanno e ai colleghi di Frosinone coordinati dal tenente colonnello Gavazzi, agli ordini del colonnello Cagnazzo, per definire la terribile vicenda. Due giorni dopo, l'arresto del padre del bimbo. E una valanga di versioni contrastanti e di testimonianze difficili da far combaciare.
Ecco perché, per definire ruoli e responsabilità, è necessaria una prova incontestabile. Una prova che può arrivare solo dalla scienza: stesso iter per le ispezioni eseguite nella casa di Donatella.

Dopo il sopralluogo, gli accertamenti si sono spostati nella caserma di Piedimonte, dove le due auto sono state meticolosamente esaminate per ore: ogni singolo frammento vegetale sulle ruote, nella parte bassa e all'interno della vettura, sulla scocca o nei graffi e nelle ammaccature delle lamiere farà la differenza, così come ogni singolo cristallo che compone le argille, invisibili ma fondamentali in un caso come questo. Salvo inclementi condizioni meteo, si tornerà in zona Volla venerdì mattina. L'avvocato D'Anna, in tarda mattinata, si è recato in carcere dal suo assistito: Nicola si sarebbe detto tranquillo, ribadendo di non essere stato lì durante quella violenza inspiegabile e bestiale.