Parcheggi a pagamento, sforamento dell'orario indicato dal ticket e provvedimenti che molti cittadini vivono come un'inaccettabile iniquità, insomma: roba da figli e figliastri. E che costa caro.

In merito alla gestione degli spazi delimitati da strisce blu, oltre alle problematiche descritte nell'articolo già pubblicato, molti cittadini lamentano una delle procedure che caratterizza il modus operandi della gestione anagnina del servizio.
Infatti, se viene superato l'orario per il quale è stato pagato in anticipo quanto richiesto dalla colonnina utilizzata per l'incasso, l'ausiliario del traffico affibbia una multa di pari importo rispetto a quella comminata a chi non abbia esposto alcunché, anche nel caso che l'orario fosse stato superato da pochi minuti appena.

Il Ministero dei trasporti, però, è di diverso parere. Secondo il Mit, infatti, il ticket scaduto non è una violazione al Codice della strada, ma un inadempimento contrattuale verso la società che detiene la proprietà o la gestione dei parcheggi a pagamento. Al massimo, dunque, si può richiedere il pagamento della differenza tra i due importi e non l'importo attualmente preteso dai Comuni per la sanzione amministrativa del divieto di sosta.

In realtà qualche sentenza è stata emessa in disaccordo con questo autorevole parere, ma generalmente si è propensi a stare dalla parte degli automobilisti, emanando provvedimenti in tal senso.

Ad Anagni non è così. Invece di richiedere il pagamento della differenza tra l'importo pagato e la somma relativa al periodo di effettiva fruizione degli spazi delimitati dalle strisce blu, si preferisce infierire sull'automobilista incassando il totale dovuto da parte dell'inadempiente. A sentire assessori e consiglieri, la norma andrebbe assolutamente rivista e adeguata a favore dei cittadini. Finora soltanto parole.