Era il 17 aprile quando ai sindacati è arrivata la comunicazione di Fca sui giorni di cassa integrazione con una sorta di spiegazione sulla scelta operata. «La causa di tale sospensione -hanno spiegato in una missiva i vertici Fca- è la necessità di adeguare i flussi produttivi alla contemporanea contrazione della domanda di mercato che, in particolare in Italia, risente anche della ridotta propensione all'acquisto da parte dei consumatori a seguito degli interventi di limitazione del traffico nei centri urbani adottati da numerosi comuni nonchè dell'emanazione dei recenti provvedimenti in materia di "ecotassa"».

Ma ieri Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro, dalla Camera di Commercio di Frosinone ha espresso un pensiero distante da quanto affermato dai vertici Fca: «L'ecotassa non sta avendo questi effetti, non abbiamo questi riscontri. C'è bisogno che l'azienda si renda più competitiva e più innovativa rispetto a quello che è il mercato europeo. Se Fca non vende significa che avrebbe dovuto attrezzarsi prima rispetto a questo sistema innovativo. Abbiamo condiviso la misura dell'ecotassa anche con gli stessi produttori per individuare soluzioni appropriate: aspettiamo di vedere come andranno le cose ed eventualmente interverremo ancora. Eravamo l'ultimo Paese europeo a dover introdurre dei limiti in materia di inquinamento e lo abbiamo fatto, rimanendo anche molto alti».

Intanto gli operai fanno i conti con la cig: lo stop riguarda i giorni 13, 17, 24, 27, 28 e 31 maggio. Ma a queste giornate vanno aggiunte quelle già in programma: il 17 aprile è stato l'ultimo giorno di lavoro, i cancelli si sono chiusi e si riapriranno solo il prossimo 8 maggio con altri quattro giorni di cig che erano dunque già previsti il mese di maggio, il 2, 3, 6 e 7. Tanti i dubbi e le paure dei lavoratori.