Denunciati, ironia del destino, il giorno della Festa della Liberazione, per manifestazione fascista, reato previsto dalla Legge Scelba. Sono otto tifosi della Lazio (a questi va aggiunto un ultras interista deferito per porto di arma impropria, perché trovato in possesso di un manganello telescopico), tra i quali figura il frusinate M.M., ventinovenne studente universitario di medicina, difeso di fiducia dall'avvocato Giampiero Vellucci, che si sono resi autori del blitz (manifestazione non autorizzata) del 24 aprile scorso (giorno della semifinale di ritorno di Coppa Italia Milan Lazio) a corso Buenos Aires, nelle strettissime vicinanze di piazzale Loreto, con tanto di saluti romani, cerimonia del "presente" ed esposizione di uno striscione recante la scritta "Onore a Benito Mussolini Irr" (riconducibile agli Irriducibili) a non più di una quindicina metri dal punto esatto in cui furono esposti i corpi del Duce e di Claretta Petacci.

Complessivamente sono 29 gli ultras individuati e identificati grazie al lavoro sinergico delle Digos di Milano e di Roma. Gli agenti hanno accompagnato in Questura 28 persone, mentre il capo ultras che ha chiamato il "presente" è stato identificato da un video: tredici sono stati trovati in corso Como, undici in piazzale Lotto e quattro allo stadio, tra questi i proprietari di un'auto vista da un testimone in piazzale Loreto e trovata nel parcheggio ospiti dello stadio. Un'altra auto segnalata è stata trovata a fine partita al chioschetto di viale Tesio. Su nessuna delle macchine, però, c'era lo striscione di corso Buenos Aires. Sul furgone dove sono stati trovati i nove ultrà di piazzale Lotto c'era anche un tifoso (denunciato) riconosciuto per delle scarpe verde fosforescente fotografate sotto lo striscione.

A dare una mano nelle indagini sono stati alcuni passanti che hanno preso e comunicato il numero di targa del mezzo.
«Si tratta di una vicenda giudiziaria alquanto singolare ha detto Giampiero Vellucci, legale del frusinate denunciato perché si è trattato di un gesto commemorativo per cui, a mio avviso, non sarebbe configurabile neanche il reato contestato.
In ogni caso, chiederò per il mio assistito che si proceda con il giudizio immediato, saltando tutta la fase preliminare dal punto di vista processuale, proprio perché ritengo che si tratti di una vicenda che non è rilevante.

Possiamo dire che, nel caso di specie, si è trattato della commemorazione di una persona morta, il cui corpo è stato esposto su una pubblica piazza alla mercè del popolo, e non di una adunata sediziosa o con altro genere di finalità». La recente giurisprudenza della Corte di Cassazione, con diverse pronunce, ha stabilito che non è reato il saluto romano se ha intento commemorativo e non violento: in questo senso, può essere considerato una libera "manifestazione del pensiero" e non un attentato concreto alla tenuta dell'ordine democratico. Condiviso il percorso che ha portato alle decisioni di merito: la legge non punisce "tutte le manifestazioni usuali del disciolto partito fascista, ma solo quelle che possono determinare il pericolo di ricostituzione di organizzazioni fasciste", e i gesti e le espressioni "idonei a provocare adesioni e consensi".