Rito abbreviato per l'omicidio di Armando Capirchio. Ieri, nell'aula del gup del tribunale di Frosinone Ida Logoluso è stata formalizzata e accolta la richiesta della difesa dei Cialei. Michele, il padre, e Terenzio, il figlio, difesi dagli avvocati Camillo Irace e Giampiero Vellucci, saranno processati allo stato degli atti con la possibilità di usufruire dello sconto di pena di un terzo previsto dal rito, ma soprattutto evitare l'ergastolo per Michele. I due figli di Capirchio si sono costituiti parte civile attraverso l'avvocato Filippo Misserville.

Michele è accusato dell'omicidio dell'allevatore rivale a colpi di fucile e di pietra. E poi di averne occultato i resti a Lenola. In carcere dal dicembre 2017, solo dopo un anno e mezzo, Cialei si era addossato la responsabilità del delitto, confessando. In precedenza, infatti, si era sempre rifiutato di rispondere alle domande del pubblico ministero Vittorio Misiti, che ha coordinato le indagini condotte dai carabinieri. Il figlio Terenzio, invece, dovrà rispondere di vilipendio e occultamento di cadavere. Il 23 ottobre del 2017 Armando Capirchio esce di casa e non fa più ritorno.

A denunciarne la scomparsa, qualche giorno dopo, è il figlio. I carabinieri sospettano, però, che non sia un allontanamento volontario: nella zona dove Capirchio portava i propri animali vengono trovate tracce di sangue. I militari dell'Arma sospettano che sia il punto dove Capirchio è stato ucciso per poi essere trascinato altrove. Con il passare dei giorni, nonostante le battute condotte dai carabinieri, il corpo non si trova. Ma la pista battuta dagli investigatori è chiara: vengono indagati Cialei padre e figlio. Secondo la ricostruzione della procura, Michele avrebbe manifestato il proposito di vendicarsi del pastore rivale, per la morte di alcune mucche. Cialei imputava il fatto a Capirchio, che invece allevava cavalli e pecore. E sarebbe questo il movente del delitto. Solo il 23 marzo del 2018, peraltro, i carabinieri riescono a recuperare i resti smembrati della vittima, nascosti in una cavità in località Ambrifi, in territorio di Lenola. Il caso è quasi chiuso. A fine ottobre la procura notifica ai due indagati l'avviso di conclusione delle indagini preliminari. Quindi la fissazione dell'udienza celebrata ieri e la scelta del rito abbreviato.