Domiciliari per Pio Riggi, ex consigliere provinciale e consigliere comunale dimissionario, arrestato un mese fa nell'ambito dell'inchiesta del project financing dei lavori di ampliamento del cimitero di Ferentino. Interrogato, invece, ieri mattina l'ex assessore Luca Bacchi, il quale ha negato di aver partecipato a qualsiasi accordo corruttivo.

Domiciliari per Riggi
Fondamentali sono state le dimissioni firmate in carcere a Rebibbia, dove era stato accompagnato la mattina del 7 marzo scorso, le dimissioni dell'assessore di riferimento della lista Patto civico, Andrea Valenti Martinez, qualche giorno dopo gli arresti di Riggi, Luciano Rosa, originario di Ferentino ma residente a Roma e cugino di Riggi, ai napoletani Ugo Di Giovanni, Gennaro Rizzo e il romano Emiliano Sollazzo accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso, ai danni di un giovane imprenditore di Tivoli, Lorenzo Scarsella. Quest'ultimo si era aggiudicato un appalto, di circa 6 milioni di euro, per la costruzione e la gestione di loculi nel cimitero di Ferentino. Importante per la decisione della misura dei domiciliari di Riggi, anche il deposito di un video dal quale non emergerebbero le modalità camorristiche, ed ancora l'individuazione di una abitazione diversa da quella di Ferentino, che è il luogo teatro dei fatti. L'ex consigliere trascorrerà, infatti, già Pasqua e Pasquetta, nell'abitazione estiva a San Salvo, in provincia di Chieti.
Riggi, già dopo il primo interrogatorio, ha fornito una collaborazione chiarificatrice su alcuni aspetti e alcune espressioni che sono state registrate durante le intercettazioni telefoniche e ambientali, contribuendo a ricostruire i passaggi della vicenda. Riggi ha sempre escluso in maniera categorica di aver commissionato ad una banda napoletani il recupero dei soldi, secondo forme camorristiche. Poche parole da parte del difensore di Riggi, l'avvocato Giampiero Vellucci. «Il prosieguo del processo chiarirà le responsabilità degli indagati -ha dichiarato l'avvocato Vellucci- ma sin da ora posso garantire, così come avevo detto all'inizio, che la camorra non c'entra nulla. Così come imponeva di pensare la storia personale e lavorativa di Pio Riggi, lontana anni luce da certe realtà malavitose».

L'interrogatorio di Bacchi
È stato interrogato per circa due ore, ieri mattina a Roma, l'ex assessore comunale Luca Bacchi, finito ai domiciliari mercoledì. Secondo gli inquirenti, non solo aveva una piena compartecipazione nella richiesta estorsiva, ma aveva anche assunto, quello che viene definito dal giudice per le indagini preliminari, la funzione di "amico buono" dell'imprenditore.
Ieri Bacchi, difeso dall'avvocato Vincenzo Galassi, ha negato di aver partecipato a qualsiasi accordo corruttivo. Ha spiegato il contenuto delle intercettazioni, ha cercato di spiegare la sua posizione, di dare una lettura degli eventi. E su Bacchi il gip scrive nell'ordinanza: «Seppur non rieletto al Comune di Ferentino, l'inserimento sostanziale del Bacchi, comunque, nell'amministrazione del predetto comune, emerge, sia riguardo ai neo eletti della lista civica da lui capeggiata, sia dall'incarico ricoperto di assessore alla manutenzione, grazie al quale si è relazionato con una serie di dipendenti comunali, tutti potenzialmente in grado di fornire, alla luce dei nuovi sviluppi investigativi, utili informazioni, pregiudicate nella loro genuinità dallo stato di libertà del Bacchi».