Una tassista, il capo e il vice dell'associazione che controllava la piazza di spaccio di via Bellini. Sono le tre persone che compariranno davanti al tribunale di Frosinone a partire dal 20 settembre per rispondere dell'accusa di favoreggiamento della prostituzione, la donna, Eleonora Daga, 28 anni, e di favoreggiamento, sfruttamento della prostituzione ed estorsione gli uomini, Andrea Kercanaj, 41, e Orgest Mansi, 29, entrambi albanesi. L'inchiesta era nata dopo che una romena, costretta a prostituirsi sull'asse attrezzato, aveva denunciato tutto alla polizia dicendo di non voler più sottostare al ricatto di pagare 1.200 euro al mese agli albanesi che le avevano trovato un posto a Frosinone dove dormire. Da lì è iniziata un'indagine anche con le intercettazioni telefoniche.

E così oltre alla prostituzione, la questura ha cominciato a indagare sulla piazza di spaccio di via Bellini. Per quest'ultima operazione, Kercanaj e Masni sono stati condannati in primo grado, a febbraio, a sei anni e mezzo l'uno e a quattro anni e quattro mesi l'altro. Seguendo gli stranieri, era emerso un particolare sul quale si sono concentrate le investigazioni. Ovvero ad accompagnare le ragazze da casa all'area Asi e viceversa era sempre lo stesso taxi.

Stando a quanto ricostruito nel corso delle indagini preliminari la tassista non si sarebbe limitata a svolgere il servizio di trasporto, come peraltro da lei stessa dichiarato nel corso di un drammatico interrogatorio, ma avrebbe fornito un supporto quotidiano ed esclusivo a tutti i componenti della banda per il trasporto di protettori e prostitute. La difesa, rappresentata dagli avvocati Gaimpiero Vellucci e Riccardo Masecchia, ha chiesto di sentire la denunciante, che però è irreperibile.
Questo perché sostiene la difesa nel periodo da lei indicato in denuncia la stessa non era più in Italia, mentre la tassista si trovava per lavoro nel Nord Italia. Il gup a fronte dell'irreperibilità, ritenendo comunque necessario l'accertamento in sede dibattimentale, ha disposto il processo.