Coca a fiumi, arrestato ad Ausonia uno dei trentuno indagati legati ai narcos campani Imperiale e Carbone. L'operazione che arriva da Napoli, con il supporto dei carabinieri della Compagnia di Pontecorvo, è scattata all'alba con la notifica di 15 provvedimenti emessi dal Tribunale di Napoli, su richiesta dalla Dda. Raffaele Scognamiglio, 44 anni, nato a Napoli, era ai domiciliari ad Ausonia, in un'abitazione in via Panserta, a circa duecento metri dal Comune. Scognamiglio, insieme ad altri 14 indagati (tra cui anche il cognato Eugenio Smiraglia, cheda Napoli siera trasferito ad Aprilia, dove la sua famiglia ha aperto un bar tabacchi, il "Busi ness Cafè") sono chiamati a rispondere di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.

Le attività d'indagine risalgono al 2015, quando i carabinieri mettono le mani su tre canali di approvvigionamento dello stupefacente connessi a narcotrafficanti campani. Come accertato dagli inquirenti, nuova la figura di broker "trasversali" e non più affiliati, in grado di muoversi su più canali e assicurare i carichi. Tutti legati, secondo le accuse, a Raffaele Imperiale di Castellammare (fuggito negli Emirati Arabi) e a Bruno Carbone, il latitante ritenuto l'unico in grado di trattare con un cartello colombiano.

Le misure cautelari in carcere hanno riguardato, oltre a Raffaele Scognamiglio e ad Eugenio Smiraglia, anche Luigi Abbrunzo; Ettore Bosti; Vincenzo De Cicco; Massimo Liuzzi; Giuseppe Marono; Ferdinando Perrotta; Angelo Russo e Marco Simeoli. Ai domiciliari sono finiti: Maurizio Ambrosino; Luigi Carotenuto; Salvatore Corrao, Vincenzo Torino e Giovanni Scognamiglio.

Il quadro accusatorio
In base al quadro accusatorio, il quarantaquattrenne arrestato ad Ausonia avrebbe ricoperto un ruolo apicale conLollo: sarebbero stati, per gli inquirenti, «capi, promotori, finanziatori dell'organizzazione dedita all'importazione di coca poi rivenduta all'ingrosso nell'area partenopea». Mentre il cognato, sempre per l'antimafia, sarebbe stato uno dei «fornitori».
Forte il peso delle intercettazioni, soprattutto telefoniche: "maglie", "pacchi" o "fatica" per indicare lo stupefacente. "Ospedale", invece, per indicare i corrieri fermati.