Carabinieri a scuola con Ron e Balboa, le unità cinofile provenienti dal Nucleo Carabinieri Cinofili di Santa Maria di Galeria Roma. Dopo alcune segnalazioni pervenute alla Compagnia di Cassino circa l'uso di sostanze stupefacenti ed in particolare di spinelli, da parte di studenti di alcune scuole della città martire, i militari hanno predisposto un controllo mirato. Ieri mattina i carabinieri della locale Stazione, hanno ispezionato alcune classi di un istituto superiore. Nella fase del controllo, i militari d'accordo con il preside, hanno fatto uscire dalle classi i giovani e successivamente hanno proceduto con le unità cinofile ad ispezionare zaini e le postazioni occupate dagli studenti.

Uno studente, minorenne, è stato notato disfarsi di un piccolo involucro che, è stato subito recuperato dai carabinieri.
All'interno una busta di cellophane che conteneva 1,20 grammi e uno spinello già confezionato. I carabinieri sospettando che il minore potesse detenere altro stupefacente presso l'abitazione, si sono recati a casa del giovane e dopo aver informato i genitori del motivo della loro presenza, hanno perquisito la sua cameretta. Nella stanza del minorenne hanno trovato, nascosto in un cassetto, un pezzetto di hashish del peso di 1,5 grammi. La sostanza stupefacente è stata sottoposta a sequestro amministrativo e il minore segnalato alla prefettura di Frosinone, come assuntore.

La situazione
Ormai la scuola sembra essere entrata tra le piazze principali dello spaccio. «Potrebbe diventare una vera emergenza, non si tratta più ormai solo di casi sporadici, ma della normalità spiegano alcuni genitori che hanno figli che frequentano le scuole di Cassino Non è solo qui, è un fenomeno dilagante in tutto il Paese. Però siamo impreparati, serve l'aiuto di tutti, una vera e propria alleanza tra famiglia, scuola e Stato».

Perché se cani antidroga e carabinieri possono essere una delle soluzioni, rischiano di diventare solo un atto occasionale, dimostrativo e poco efficace contro un modo di agire e un atteggiamento che ormai è diventato comune a buona parte dei ragazzi, già dalle scuole Medie. «Bisogna lavorare da dentro, seguire i ragazzi, farli sentire meno soli, noi facciamo il possibile e spesso è difficile, però poi i risultati ci sono» ha evidenziato una docente.