Lo stabilimento di Cassino resterà chiuso per ben tre settimane e, più precisamente, dal 18 aprile al 7 maggio. Nella giornata di ieri difatti l'azienda ha comunicato alle Rsa di stabilimento che il rientro dalla cassa integrazione inizialmente previsto il 2 maggio, è prorogato di cinque giorni.

Anche il mese prossimo, dunque, si profila all'insegna della cassa integrazione: lo scorso mese di marzo si è lavorato appena dieci giorni, ad aprile si lavorerà nove giorni. E anche il mese di maggio inizia decisamente in retromarcia. Questo perché c'è un forte calo di immatricolazioni: del mercato dell'auto in generale e ancor di più del gruppo Fca e del marchio Alfa. I modelli di Giulia, Giulietta e Stelvio prodotti finora nello stabilimento di Cassino sono insomma più che esaustivi rispetto alle poche richieste del mercato, dunque l'azienda deve necessariamente spegnere i motori. Il fermo produttivo di Fca provoca a catena, inevitabilmente, il fermo di tutto l'indotto di primo e di secondo livello.

E in molte di queste fabbriche la crisi è ancor più grave rispetto a Fca in quanto gli ammortizzatori sociali in alcuni casi sono al limite, pertanto bisogna ricorrere alla sospensione dei contratti o in alcuni casi anche a licenziamenti. Solo tra il 2020 e il 2021 ci sarà una ripresa del mercato dell'auto con l'arrivo, a Cassino, di un nuovo modello a marchio Maserati e la produzione delle versioni ibride di Stelvio e Giulia: fino al primo trimestre del prossimo anno la situazione è drammatica.

Anche ieri è stata cassa integrazione e lo stop proseguirà fino a lunedì: altri giorni di stop nel mese sono previsti per i giorni 12 e 15. Poi dal 18 aprile uno stop ininterrotto di tre settimane fino al 7 maggio: va però considerato che alcuni di quei giorni sono anche ferie essendoci di mezzo le festività pasquali, la Liberazione e il primo maggio. Ad aprile poi arriva un aumento in busta paga grazie al nuovo contratto: ma per i lavoratori è insufficiente