Alfa Romeo dimezza le vendite: i modelli prodotti nello stabilimento di Piedimonte San Germano vanno sempre più a rilento sul mercato italiano. Nel corso del primo trimestre del 2019 sono andate in fumo la metà delle vendite rispetto ai primi tre mesi del 2018. È quanto si evince dai dati della motorizzazione che ieri sera ha fornito i dati relativi alle immatricolazioni nel mese di marzo e nel primo semestre.

Male Giulia, Giulietta e Stelvio
Partiamo, appunto, dalle tre vetture a marchio Alfa prodotte nel sito pedemontano: nel corso del mese di marzo appena concluso il marchio del Biscione ha venduto appena 2.433 unità in Italia facendo registrare un calo percentuale del 54,75%. Se invece consideriamo l'intero 2019, con un totale di 7.273 unità consegnate nel nostro Paese, il Biscione ha subito un calo del 49,53 % rispetto allo scorso anno.

Un dato sicuramente preoccupante ma ancor più grave se paragonato al calo generale del mercato dell'auto e ai dati di vendita del gruppo italo-americano. Vediamoli nel dettaglio: a marzo le immatricolazioni sono calate a 193.662 vetture, ossia il 9,6% in meno rispetto a marzo 2018. A febbraio, era stato registrato il -2,3%.

Nei primi tre mesi, il calo è stato del 6,5%. Questo per quel che riguarda il mercato. Per quel che riguarda Fca nel suo complesso, invece, sono 48.052 le auto vendute del gruppo a marzo, il 19,31% in meno rispetto a marzo 2018. La quota di mercato cala quindi dal 27,8% al 24,8%. In calo le immatricolazioni del gruppo anche nel primo trimestre (-16,57%) con la quota di mercato che si attesta a 24,59%.

«La mancanza del decreto attuativo e la predisposizione della piattaforma necessari alla richiesta dell'ecobonus stanno disorientando i consumatori e penalizzando l'operatività delle aziende», commenta Michele Crisci, presidente dell'Unrae, l'associazione delle case automobilistiche.

Un calo che peraltro era stato ampiamente previsto e prospettato nei dettagli al Governo ancora a dicembre nel corso della riunione sul bonus/malus presso il ministero dello Sviluppo Economico. A questo punto diventa pleonastico ribadire l'urgente necessità di un Tavolo su cui discutere di una visione strategica della mobilità in Italia. Un Tavolo al quale diamo ancora piena disponibilità a partecipare nell'interesse delle aziende che rappresentiamo e del mercato italiano»