Capace di intendere e di volere sia al momento del fatto sia nel processo. Condanna a 3 anni e 4 mesi per il quarantottenne di Terracina arrestato a Pasquetta del 2018 con l'accusa di violenza sessuale su un bambino di 9 anni di Ceccano. La sentenza è stata pronunciata ieri dal giudice Pierpaolo Bortone del tribunale di Latina, a conclusione dell'udienza del processo, celebrato con rito abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica.

L'uomo, secondo la perizia firmata dal consulente nominato dal tribunale dottor Nicolucci, pur avendo dei problemi psichici riconosciuti da anni, era in grado di intendere e di volere quando, il giorno di Pasquetta del 2018, all'interno di un residence del litorale, è stato trovato insieme al bambino di 9 anni. Il piccolo si era allontanato con un altro bimbo di 3 anni dalla casa in cui si trovava insieme ai genitori, arrivati da Ceccano per trascorrere il giorno di festa con degli amici. Gli adulti si sono messi alla ricerca dei piccoli setacciando il residence e alla fine li hanno trovati in compagnia di un uomo.

Subito si sono insospettiti per l'atteggiamento di quest'ultimo, e hanno chiamato la polizia. L'uomo ha sempre detto di non ricordare con esattezza cosa fosse accaduto quel giorno, poiché aveva assunto degli psicofarmaci, escludendo comunque di aver compiuto degli abusi. Per questo l'avvocato difensore Adelindo Maragoni ha chiesto e ottenuto l'abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica, certificando che l'uomo da anni soffre di problemi psichici. Sono stati ascoltati, in ambiente protetto, anche i due minori.

Il giudice, sulla base della perizia prodotta dal consulente e di tutti gli altri elementi raccolti, ha riconosciuto invece la capacità di intendere e di volere del quarantottenne, e ha accolto la richiesta del pm Daria Monsurrò, di condannarlo a 3 anni e 4 mesi, confermando la detenzione in carcere per il reato commesso su uno dei bambini e assolvendolo dalla contestazione dell'abuso anche nei confronti del secondo. Riconosciuto il danno di parte civile per la vittima, da quantificare in separata sede, e una provvisionale fissata in cinquemila euro.